Non è bastato il primo turno per decretare il Sindaco della Città e intanto emerge un dato importante: il centrodestra diviso perde consensi
- articolo di Massimo Catalucci
A Palestrina, nella coalizione di una parte del centrodestra, quella formata da Fratelli d’Italia, Lega e UdC, si aspettavano un risultato diverso nei confronti della loro candidata a Sindaco, Eleonora Nuvoli (20,50%), da quello decretato dalle urne, che evidenzia una differenza notevole di consensi popolari con il candidato Igino Macchi (42,07%), sorretto dal Partito Democratico, dalle civiche Palestrina nel merito, Macchi per Palestrina e Palestrina Popolare.
A colpo d’occhio, stando ai dati emersi dallo scrutinio di queste amministrative nella cittadina prenestina, è inevitabile che la spaccatura nel centrodestra, con Forza Italia, Noi Moderati, che hanno scelto di correre insieme alle liste civiche, Scelgo Palestrina e Palestrina Futura per il candidato a Sindaco, Giuseppe Cilia (22,70), abbia avvantaggiato la coalizione di centrosinistra.
Ed ora, la partita se la giocheranno proprio Giuseppe Cilia (22,25% – comunque espressione di un centrodestra un po’ più centrista) e Igino Macchi, espressione del centrosinistra, ma crediamo che, nonostante le distanze tra i due candidati siano notevoli, circa il 20,00% (dato della prima mandata elettorale dell’8 e 9 giugno scorsi), questo spazio possa essere colmato e superato, laddove il centrodestra trovasse un’intesa per ribaltare nei giorni di domenica 23 e lunedì 24 giugno prossimi, il dato attuale che vede in vantaggio la coalizione formata dal Partito Democratico, dalle civiche Palestrina nel merito, Macchi per Palestrina e Palestrina Popolare.
Infatti se si sommassero i dati ottenuti da FdI, Lega, UdC, FI, Noi Moderati, Scelgo Palestrina e Palestrina Futura, avremmo un dato ben diverso e superiore a quello ottenuto dalla coalizione di centrosinistra, ovvero, il 43,00% circa complessivo per la coalizione di centrodestra.
E’ evidente che qualcosa non ha funzionato ai tavoli di concertazione del centrodestra durante i lavori che hanno anticipato queste elezioni amministrative a Palestrina.
E’ molto probabile che il “pomo della discordia”, tra FdI, FI, Lega, UdC, Noi Moderati, sia da condurre alla scelta di un Candidato a Sindaco della Città, che soddisfacesse tutte le parti in causa.
A questo potremmo anche aggiungere ed azzardare l’ipotesi, forse non proprio tale, che è mancata la riconoscenza ad una rappresentanza territoriale attivista da anni che conosce bene Palestrina ed è ben inserita nel tessuto sociale e politico della città.
Forse si sarebbe dovuto dare più voce a queste figure che ben avrebbero rappresentato l’elettorato e attraverso le quali si sarebbe potuto imbastire un dialogo costruttivo, costante e continuativo, tra le forze di centrodestra e con i cittadini, con cui creare i presupposti di una relazione consolidante che portasse la collettività a scegliere un cambiamento di rotta.
A Palestrina, Comune che conta circa 21.000 abitanti, l’affluenza è stata piuttosto alta, oltre il 70% degli aventi diritto di voto, anche se c’è da registrare che rispetto alle precedenti votazioni, c’è stato un piccolo calo.
L’affluenza alta alle urne nella città prenestina è, comunque, un dato da sottolineare, in un momento dove a livello nazionale l’interesse popolare scarseggia nei confronti della politica, dei partiti e dei politici.
Quello che preoccupa, visto che la città è uscita da poco da un commissariamento, è che si possano ricreare i presupposti per una instabilità politica dove la coalizione che vincerà, non riuscirà a governare per divergenze intestine ai partiti di maggioranza.
Questo, è quello che non vorrebbero si manifestasse, il 70% circa degli elettori che si sono recati alle urne sabato e domenica scorsi con la speranza di eleggere un Governo della Città che dia stabilità economica e sociale a Palestrina.


