Nei giorni scorsi, è stato pubblicato, in Rete, un articolo dal titolo “ADM, il Tetragono sotto scacco. Alesse lascia o raddoppia?”.
L’Autore, per stimolare la fantasia del variegato popolo delle Dogane e dei Monopoli, fa una serie di riflessioni estremamente soggettive sul presente e sul futuro del Direttore Roberto Alesse. Chi lo conosce, ed ha avuto modo di collaborare con lui, su una cosa converge, sul fatto che il Direttore Roberto Alesse è una persona “tetragona”, con una forte determinazione a perseguire i rigorosi obiettivi istituzionali, dal pugno di ferro, che non guarda in faccia a nessuno.
Del resto, non può che essere così per chi, in veste di direttore generale di ruolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha alle spalle una serie infinita di alti incarichi di vertice che lo hanno perfino visto gestire, in anni difficili, i più complessi conflitti collettivi di lavoro quando era Presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali e quando i leader sindacali erano, a livello nazionale, persone del calibro di Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.
Si comprende, quindi, come nella stanza del Direttore Alesse i dirigenti dell’Agenzia, ma non solo questi, ci entrino con il massimo rispetto dovuto ed anche con una certa soggezione, avendo di fronte un alto burocrate che sa il fatto suo e che, per volontà del Governo nazionale, è stato chiamato a risanare una situazione amministrativa davvero complicata. E i risultati, dopo poco più di un anno, sono sotto gli occhi di tutti. Grazie al suo operato, è stata riformata, infatti, tutta l’Agenzia, da capo a fondo, senza particolare fatica.
Il rischio, pertanto, e questo potrebbe dispiacere a qualche livoroso funzionario che non è riuscito a diventare dirigente per concorso, è che il Direttore Alesse non solo porti al termine il mandato affidatogli secondo i criteri di legge, ma che raddoppi pure quando nel corso di questa legislatura, che non si interromperà in anticipo, sarà valutato dallo stesso Governo che lo ha già nominato una prima volta.
Questo è Alesse, che non deve fare carriera, perché già l’ha fatta da tempo, e che al sorriso affabile fa seguire i denti di acciaio, mostrando assoluta freddezza di carattere e non curanza di qualche raglio di asino.