Lazio sotto di un gol per uno scivolone di Provedel, pareggia nel finale del primo tempo. Nella ripresa sbaglia un rigore con Castellanos che poi si fa perdonare e offre un assist a Pedro per il 2 a 1 finale
- articolo di Massimo Catalucci
La Lazio anche oggi è entrata in campo con il solito piglio giusto, quello di pressare alto e puntare la porta avversaria. Ma purtroppo, un incolpevole Provedel, in uscita su un traversone dalla fascia sinistra dell’Empoli, colpa del terreno viscido sotto i suoi piedi, scivola e non riesce a saltare, permettendo a Esposito di colpire di testa la palla e metterla in rete.
Siamo appena all’8° minuto, ma la Lazio di quest’anno, anche quando va sotto, non si scompone e torna a giocare come sa fare. Molte le incursioni sulla fascia destra d’attacco da parte di Isaksen che sfiora anche il gol in due occasioni, su punizione dove il portiere devia in angolo un tiro insidiosissimo e lanciato a rete nella tre quarti avversaria ma dove il suo diagonale esce di poco.
Il danese è stato molto dinamico sulla fascia destra insieme a Lazzari che purtroppo, al 37° sull’ennesimo allungo, avverte una fitta al quadricipite femorale e si accascia. Indispensabile la sostituzione. Al suo posta entra Marusic.
Grande come sempre e in un crescendo di gara in gara, è il lavoro che Rovella sta facendo lì, in mezzo al campo. Insieme a Guendouzi, sono presenti ovunque sul quel rettangolo verde, sia in fase difensiva che offensiva. Rovella è sicuramente un giocatore pronto per la Nazionale di Spalletti.
La Lazio, comunque, al primo tempo continua cercare varchi per offendere la porta avversaria e allora ci prova anche con tiri da fuori area, come quello, molto bello per esecuzione ma centrale, di Castellanos.
E quando il primo tempo sembra indirizzarsi verso il riposo sull’uno a zero, ecco che salgono in cattedra Tavares e Zaccagni.
Tavares, si ricorda che è l’uomo da un assist a gara e allora, prende palla qualche metro fuori area dell’Empoli, converge verso la fascia sinistra, porta un po’ spasso il suo avversario e poi, quasi a fondo campo, pennella, come fosse il Caravaggio con la sua tela, un cross delizioso per Zaccagni, che di testa la mette nel palo più lontano dove Vasquez non può arrivare. La palla accarezza il legno e si adagia in porta, per il pareggio biancoceleste.
Alla coppia di sinistra, Tavares-Zaccagni, sono bastati pochi secondi per rimettere in equilibrio la gara e lo hanno fatto esattamente quando stava per scadere il terzo minuto di recupero assegnato dall’arbitro Ayroldi per la prima frazione di gioco.
Al ritorno in campo i biancocelesti sembrano intenzionati a voler passare in vantaggio a tutti i costi e avrebbero potuto farlo se il rigore, procurato da Dia ostacolato in area con una gamba da Pezzella che lo stende, Castellanos lo avesse messo in rete. Purtroppo, il tiro centrale dell’argentino, seppur forte, è stato intercettato e respinto dal portiere.
Tutto rimandato e allora Mister Baroni cerca di incoraggiare la sua squadra ma al 73°, con la gara che è sempre sull’uno a uno, chiama Pedro a sostituire Isaksen che aveva corso molto. Ora la Lazio davanti ha più qualità. Allo spagnolo sono bastati 11 minuti per regalare i tre punti alla Lazio.
Castellanos ricambia il favore ricevuto in Europa League e inventa un assist per il compagno Pedro che sulla cora, entrato in area avversaria, lascia partire un “missile terra/aria” che si colpisce la parte bassa della traversa in prossimità dell’incrocio dei pali e si insacca in rete.
La Lazio è riuscita nell’impresa di ribaltare la gara contro una squadra ostica, quadrata e che gioca un buon calcio e questo è un altro ottimo segnale che i ragazzi di Mister Baroni danno al campionato: la Lazio c’è, continua a divertire, sa soffrire, sa capovolgere le situazioni sfavorevoli, sa vincere.
Ed ora, nella sosta per la Nazionale di Spalletti, altre due settimane per migliorare ciò che già funziona abbastanza bene e per limitare ai minimi termini i pochi errori che si commettono.
Le dichiarazioni degli allenatori nel post-gara
BARONI – “Cosa gli ho detto all’orecchio? Di lavorare, di continuare così. Pedro è un ragazzo straordinario, ma principalmente è un giocatore che è un riferimento costante per la squadra, per i giovani. Io più volte dico ai ragazzi: ‘Guardate, guardate sempre, anche quando è nello spogliatoio e si mette le scarpe’, perché veramente è un modello, un modello di riferimento. E noi ora siamo contenti che sta bene, sta bene fisicamente, sa che è importante e quindi ce lo teniamo stretto“.
“È una partita in cui si prende il primo gol per colpa del campo, perché comunque c’è stata la scivolata di Ivan (Provedel – NDR). Loro non hanno mai tirato in porta, noi abbiamo sbagliato un rigore. Insomma, in tutto questo, se ci mettiamo che era l’ultima partita di un ciclo di gare ravvicinate, la squadra ha voluto, ha tirato 8 volte nello specchio della porta, ha cercato, ha portato in campo voglia, determinazione, sentimento. Questo è quello che io voglio e che la squadra deve trasferire alla gente, a questo stadio meraviglioso, ai nostri tifosi. Ci dev’essere questo transfert, io tocco spesso questo tasto con loro perché poi da lì si può creare un gruppo importante, vincente“.
“Noi siamo ambiziosi, come la nostra società, la città, la Lazio, ma questo non deve modificare niente sul nostro percorso. Noi dobbiamo passare dal lavoro, dal collettivo, dal creare un’identità forte, che la squadra sta piano piano sempre di più creando. Se ti fermi a guardare molto le classifiche è l’errore più grande che puoi fare. Chiaro che ci fa piacere l’entusiasmo, ma io oramai ho anche l’età giusta per tenere sempre i giocatori legati forte a quello che poi ti permette di fare questo tipo di prestazione che non è altro che il lavoro, l’attenzione, la dedizione, la cura dei dettagli e delle piccole cose“.
“La squadra sa che io ho portato avanti questa proposta (il tecnico biancoceleste si riferisce al turnover – NDR), ma l’ho portata nel momento in cui ho visto questa partecipazione durante la settimana, durante il lavoro. Quindi io non alleno 11 giocatori, ma 23, 24, alleno tutta la rosa e quando vedo delle risposte durante la settimana poi i ragazzi sanno che vanno in campo. È giusto, perché non si può tenere 50 partite in un anno se non ci sono i giusti turnover o ricambi. Ci sono dei ragazzi che si allenano forte durante la settimana e hanno delle opportunità come gli altri, perché solo in questa maniera, solo tutti insieme si può fare bene e cercare di andare sempre più avanti in tutte le competizioni che abbiamo“.
“Durante la sosta hai tanti giocatori che vanno via, qualcuno ritorna da viaggi intercontinentali a due giorni dalla partita. Queste sono le difficoltà e proprio per questo io rimango a lavorare con chi magari non ha la gratificazione di andare con le proprie nazionali, però può lavorare durante la settimana per conquistarsi poi la sua nazionale. Quindi lavoreremo forte, sappiamo che al rientro abbiamo un altro mini ciclo di sette gare in ventun giorni, però le affronteremo una alla volta e quindi adesso è anche il momento di recuperare un paio di giorni e poi riprendiamo il lavoro”.

D’AVERSA – “Sicuramente ho dei rimpianti, i ragazzi hanno fatto una bella prestazione. Il rammarico è soprattutto per il primo tempo, abbiamo subito gol e la Lazio si è ravvivata. Andiamo in campo con personalità, al di là di chi sia l’avversario. Perdere brucia, ma devo fare i complimenti alla squadra, perché dobbiamo gestire anche un risultato positivo. Dopo il secondo gol ci siamo rivelati molto maturi. Il gol di Zaccagni all’ultimo secondo? Non è stato all’ultimo secondo, ma oltre il 48°, altrimenti sarebbe stato regolare. Quel gol è stato decisivo, il rammarico è perché il gol è partito oltre il recupero”.
“Aveva dato 2′ di recupero, più uno perché Gyasi è andato a prendere il pallone dall’altro lato del campo. Faccio i complimenti anche alla Lazio, vince con il colpo del campione di Pedro che poteva segnare solo con un gol del genere, noi potevamo far meglio a inizio azione. Le provocazioni della Lazio? Più che i giocatori, che cercano di portare a casa il risultato, nella gestione si poteva far meglio. I tifosi è giusta che tifano, noi non abbiamo perso per le provocazioni. Da un campione come Pedro non mi aspetto che esulti davanti alla mia panchina”.
Il tabellino dell gara
Lazio – Empoli 2-1 (primo tempo 1-1)
Marcatori: 8° p.t.Esposito (E), 45°+3 p.t. Zaccagni (L), 39°s.t. Pedro (L)
Assist: 8°p.t. Pezzella (E), 45°+3 p.t. Nuno Tavares (L), 39’s.t. Castellanos (L)
LAZIO (4-2-3-1): Provedel; Lazzari (dal 37°p.t. Marusic), Gila, Romagnoli, Nuno Tavares (dal 40°s.t. Pellegrini); Guendouzi, Rovella; Isaksen (dal 27°s.t. Pedro), Dia (dal 40°s.t. Castrovilli), Zaccagni (dal 40°s.t. Nosiln); Castellanos.
All.: Baroni.
EMPOLI (3-5-2): Vasquez; Goglichidze, Ismajli, Viti; Gyasi, Fazzini (dal 19°s.t Ekong), Grassi, Anjorin (dal 19°s.t. Henderson), Pezzella (dal 8°s.t. Cacace); Esposito (dal 37°s.t. De Sciglio), Solbakken (dal 37°s.t. Colombo).
All.: D’Aversa

Arbitro: sig. Giovanni Ayroldi – sez. Molfetta (BA)
Ammoniti: 28°p.t. Pezzella (E), 30°p.t. Fazzini (E), 45°+3p.t. Rovella (L), 7°s.t. Castellanos (L), 32°s.t. Gyasi (E), 36°s.t. Grassi (E)
Espulsi: –
————————————————-



A QUESTO LINK PUOI TROVARE L’ELENCO DI TUTTI GLI ARTICOLI DELLA S.S. LAZIO STAGIONE CALCISTICA 2023/2024 A FIRMA DI MASSIMO CATALUCCI