(Meridiananotizie) Roma, 12 febbraio 2012 – Non ci voleva per Zingaretti! Il candidato che ha fatto “rivoluzione della trasparenza” il suo slogan nella corsa alla Pisana, è in realtà protagonista di una vicenda ben poco limpida. Il Partito dei Radicali ha tirato fuori infatti il cosidetto coniglio dal cilindro depositando questa mattina alla Procura di Roma un fascicolo che proverebbe la colpevolezza di Zingaretti, insieme a 18 consiglieri dell’uscente e della scorsa legislatura, di aver ideato un meccanismo di assunzioni fasulle che avrebbe permesso agli eletti di Palazzo Valentini di chiedere i rimborsi per i mancati guadagni causati dall’impegno istituzionale. Un danno, secondo i Radicali, che ammonterebbe a oltre 700 mila euro. E La Destra non ha fatto attendere la sua risposta organizzando un flash mob davanti la sede del comitato elettorale di Nicola Zingaretti, insegnando un passaggio di banconote marchiate con il logo, Zingarettopoli.
Dai documenti consegnati dai Radicali, emerge che alcuni di loro “avessero consegnato un meccanismo truffaldino a danno dell’ente, ossia che si fossero fatti assumere poco prima dell’elezione da società compiacenti (anche di parenti) che mai avrebbero pagato i loro stipendi in caso di elezione”. Marco Pannella accusa nello specifico l’ex presidente della provincia di essersi assicurato oltre centomila euro di contributi previdenziali, grazie all’assunzione come dipendente del Comitato Provvisorio Pd Lazio per appena un giorno. Giusto il tempo di vedersi assegnato uno stipendio da 8 mila euro.
Infatti, la legge sugli enti locali prevede che il consigliere possa richiedere alla Provincia il rimborso per il mancato guadagno derivante dall’impegno di consigliere. Pannella chiede dunque alla magistratura di indagare sull’effettiva attività lavorativa del neoassunto Zingaretti e quindi sul presunto danno all’ente fatto a vantaggio del suo datore di lavoro. E se dal canto suo Zingaretti minaccia una querela nei confronti del Partito dei Radicali, Francesco Storace. Dichiara che “Se è vera la questione denunciata dai Radicali, si pone un problema. Il centrosinistra sui ‘si dice’ ha montato una campagna odiosa nei miei confronti, ma qui siamo di fronte a qualcosa di più: ci sono un nome e un cognome, ci sono fatti circostanziati”.
Cristina Pantaleoni
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