Giovedì 16 Gennaio 2025 a quattro giorni dal suo settantanovesimo compleanno si è spento forse il più grande artista del secolo scorso. Universalmente riconosciuto come regista è stato anche un grande musicista ma soprattutto pittore (la pittura è sempre stata la sua principale vocazione) con lo scopo unico di attrarre la mente dello spettatore tramite la rappresentazione della visione onirica, dell’incubo, dell’allucinazione e del delirio attraverso la sua arte.
“Il mio film è composto della materia di cui sono fatti gli incubi. Io ho paura di molte cose, ma soprattutto delle bocche e dei denti degli uomini…”
Ci sono voluti sette anni dalla stesura del primo soggetto alla realizzazione della prima pellicola di David Lynch uscita nel 1976, Eraserhead , fin da subito qui possiamo notare come lui fosse un’artista al di sopra di ogni etichetta e come la caratterizzazione dei personaggi in scena fosse volutamente esagerata per imprimere un senso di allucinazione agli spettatori. La situazione in cui Jack Nance ( il padre della creature malforme) si ritrova è totalmente delirante ma allo stesso modo è una situazione per nulla irreale. Nel 1980 esce – The elephant man- Film prodotto e voluto dal genio di Mel Brooks, in questo film si ritorna al mostro, quindi al cosidetto Freak, in questo racconto biografico il protagonista è John Merrick interpretato dall’attore inglese John Hurt, un uomo con una malformazione che verrà poi sfruttato come attrazione circense. Successivamente nel 1984 con il Film –Dune- ci sarà l’incontro con l’attore feticcio Kyle MacLachlan che sarà presente sia in -Velluto blu- del 1986 che nella fortunata Serie Tv -Twin Peaks- madre di tutte le serie thriller che sono venute fuori dopo il 1990. Lynch con questa serie è diventato da regista difficile da comprendere a fenomeno culturale , da ogni parte del mondo si era incollati davanti alla TV per sapere chi fosse l’assassino di Laura Palmer, Lynch diede il via alla serialità come la conosciamo oggi. Nel 1990 esce -Cuore Selvaggio- film con Nicolas Cage e Laura Dern che porta Lynch a vincere la Palma d’oro al festival di Cannes dello stesso anno. Nel 1992 porta al cinema la sua serie cult Twink Peaks con lo spin-off -Fuoco cammina con me- che ci mostra tutto ciò che è venuto in precedenza alla morte di Laura Palmer raggiungendo una visione onirica superiore a tutte le opere precedenti. Cinque anni dopo Fuoco cammina con me arriva – Strade perdute- nel 1997, questo film, insieme ad un altro che uscirà nove anni dopo è l’apice della narrativa surreale e onirica di Lynch, qui Bill Pulman incontra un uomo misterioso e da questo ci sarà una escalation di deliri e follia che lo porteranno in carcere, una notte però scompare e al suo posto appare un’altra persona. La pellicola più dolce e distante dal resto della filmografia di Lynch è -Una storia vera- del 1999 un film tratto dalla vera storia di un signore anziano che a bordo di un tosaerba riuscì a fare circa 510 kilometri per raggiungere il fratello malato col fine di riconciliarsi prima della morte di quest’ultimo. Questo è il film più lineare del regista che è riuscito con estrema dolcezza a raccontarci una storia tanto semplice quanto complessa nella sua composizione. Il film più famoso e riconosciuto dal pubblico come il più importante della sua filmografia arriva nel 2001 –Mulholland Drive- Questa pellicola lancia nel panorama Hollywoodiano un’attrice come Naomi Watts, il film racconta la storia di un’aspirante attrice che incontra una ragazza affetta da amnesia, si intrecciano così molteplici storie con nello sfondo una Hollywood cupa e agghiacciante. Mulholland Drive è stato eletto come il più grande capolavoro del cinema del ventunesimo secolo ed è all’ottavo posto nella classifica dei film più importanti della storia del cinema. Ultimo lungometraggio realizzato da Lynch è -Inland Empire- Uscito nel 2007, questo è sicuramente il film più disturbante e complesso della filmografia del regista con protagonista Laura Dern, qui Lynch decide di fare l’opera più personale con un sunto di tutta la sua poetica su grande e piccolo schermo portata in precedenza. Lynch in un intervista sul film disse : «non ho mai lavorato ad un progetto come questo prima. Non so esattamente come si rivelerà alla fine… Questo film è molto diverso perché non ho un copione. Ho scritto le cose scena per scena e molte di loro sono già state girate, ma non ho molto se non qualche indizio su come finirà. È un rischio, ma ho questa sensazione che tutto sia collegato, questa idea in questa stanza è in qualche modo legata a quella idea in quella stanza» Questa definizione descrive bene come secondo Lynch l’essenza della visione del film è nella sensazione provocata che la composizione di una scena trasmette. Ultimo progetto televisivo di Lynch è stato -Twin Peaks- il ritorno- Il ritorno nel 2017 venticinque anni dopo della fortunata serie capolavoro di Lynch. Grazie alle sue opere noi spettatori siamo stati messi di fronte a noi stesse e alle nostre paure che spesso si trovano dentro di noi.
“L’opera d’arte deve bastare a se stessa. Quello che voglio dire è che sono stati scritti tantissimi capolavori della letteratura, gli autori sono ormai morti e sepolti e non puoi tirarli fuori dalla fossa. Hai il libro però, e un libro può farti sognare e riflettere.”
La bellezza secondo Lynch era da trovare nelle figure più ambigue e imperfette, ognuno di noi dietro all’apparente velo che mostriamo nasconde qualcosa che tendiamo a non far vedere per paura di non esser compresi, lui attraverso la sua arte ci ha donato la possibilità di fare un viaggio nel nostro inconscio dandoci stimoli visivi e uditivi che ci hanno provocato sensazioni disturbanti ma con il fine di spiegare ciò che siamo e ciò che la nostra mente non riesce a comprendere. I personaggi descritti da Lynch sono esseri umani spaventati da ciò che non riescono a comprendere ma allo stesso tempo affascinati dalla potenza del diverso e dal trascendentale, ogni sua opera ci fa entrare dentro ad una condizione di irrealtà che ci porta a scappare dai nostri fantasmi che non riusciamo ad affrontare. Lynch rimane attaccato al nostro mondo attraverso le opere che ci ha donato, probabilmente adesso che ne rimane la sua memoria ognuno di noi appena si sentirà diverso e difficilmente compreso potrà rivedersi in quest’uomo che da sempre ha cercato di mostrarci il lato nascosto della vita.
A cura di Gabriele Pierro