(Adnkronos) – "Animati. God, Human, Animal, Machine". Per la prima volta in Italia, l’archivio fotografico di un museo pubblico viene esplorato attraverso la computer vision dell'intelligenza artificiale. Un dialogo tra arte e intelligenza artificiale prende forma al Museo di Fotografia Contemporanea di Milano-Cinisello Balsamo. La mostra è visitabile da domenica 18 maggio fino a fine agosto. "Animati. God, Human, Animal. Machine" nasce da un'idea del presidente del Mufoco, Davide Rondoni, a cura di Chiara Bardelli Nonino, con il contributo di Emanuele Amighetti art director e l’artista visivo Giacomo Mercuriali. «Oggi cosa si intende per essere umano? E io che sono?”» si chiede Davide Rondoni, che chiarisce «La mostra 'Animati' rilancia queste domande, le amplifica, le urge. Non le lascia tacere nel brusio. Perché dalla risposta che ognuno offre a tali domande (e la si offre anche senza pensarci nella pratica morale della vita) dipende tutto il nostro sguardo al mondo e a noi stessi». Un esperimento pionieristico in cui l’intelligenza artificiale viene applicata al processo curatoriale, dialogando con uno dei più importanti archivi fotografici pubblici italiani. La rete neurale Clip di Open-AI ha analizzato il patrimonio del Mufoco, interrogandolo con parole chiave radicali e universali: coscienza, anima, morte, nascita, conflitto, famiglia. Attraverso un motore di ricerca locale creato ad hoc per la mostra, l’algoritmo seleziona le immagini rispondendo a query che ruotano attorno alla domanda: cosa significa essere umani oggi, nell’era dell’intelligenza artificiale? Il risultato è una nuova forma di curatela “aumentata”, dove l’intelligenza artificiale partecipa attivamente all’interpretazione iconografica. La mostra propone 137 immagini di 77 autori italiani e internazionali: da Gabriele Basilico, Lisetta Carmi a Mimmo e Franceso Jodice, da Günter Brus a Bernard Plossu. «Le immagini che sono state scelte e messe in mostra sono quelle che hanno mostrato una contraddizione o un'affinità evidente tra la domanda – query – e il risultato, un’interpretazione sorprendente o sorprendentemente sbagliata da parte dello sguardo algoritmico. Che hanno messo a nudo vulnerabilità, bias e problematiche legate al tema della mostra – la nostra umanità», spiega la curatrice, Chiara Bardelli Nonino. Le fotografie sono esposte senza indicare a quale parola chiave corrispondano, lasciando spazio a libere associazioni. “Animati” è un'esperienza immersiva e riflessiva, che ridefinisce il confine tra arte e tecnologia e invita a immaginare nuovi scenari per il futuro della cultura. In un tempo in cui le macchine imparano anche a vedere. Ad arricchire l’esperienza della mostra, in esposizione “67 Days, 364 Hours, 21.840 Minutes, 163.350 Vectors”, l’installazione di lunga durata dell’artista visivo Giacomo Mercuriali. —[email protected] (Web Info)
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