Roma, 20 giugno 2025 – Conflavoro PMI Sanità esprime profonda preoccupazione per le recenti azioni unilaterali della Commissione Europea che, attraverso l’applicazione del nuovo Regolamento IPF (Instrument for Public Procurement), impongono un blocco agli acquisti pubblici superiori ai 5 milioni di euro per dispositivi medici prodotti in Cina, se quest’ultima non garantisce reciprocità negli appalti.
Questa misura rischia di produrre conseguenze gravissime sull’intero ecosistema europeo della salute. Se da un lato la Cina può contare su un’offerta domestica abbondante e competitiva, la maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea dipende fortemente da prodotti importati, soprattutto per tecnologie mediche avanzate e a basso costo.
Il provvedimento della Commissione rappresenta una palese violazione dei principi di libero scambio e finirebbe per favorire principalmente l’industria statunitense, a discapito della già fragile autonomia strategica del sistema sanitario europeo.
A pagare il prezzo più alto saranno le piccole e medie imprese, che oggi svolgono un ruolo essenziale nella distribuzione di tecnologie salvavita, molte delle quali di origine extra-UE. Limitare l’accesso al mercato di fornitori cinesi significa tagliare fuori una parte rilevante dell’offerta, determinando aumenti di costo, carenze di dispositivi e ritardi nelle cure. Inoltre, la sostenibilità stessa dei sistemi sanitari nazionali — già messi sotto pressione da vincoli di bilancio e aumento della domanda — si regge in larga parte sull’impiego di prodotti medicali non europei e non statunitensi.
Conflavoro PMI Sanità chiede con forza un immediato confronto istituzionale su questa misura e sollecita la Commissione Europea e il Parlamento Europeo a valutare attentamente l’impatto di tali scelte sulla catena del valore, sulla competitività delle imprese europee e, soprattutto, sul diritto alla salute dei cittadini.
“Un’Europa che pretende reciprocità deve anche garantire equilibrio e responsabilità” dichiara Gennaro Broya de Lucia, presidente di Conflavoro PMI Sanità. “Bloccare interi canali di approvvigionamento senza una reale strategia alternativa è una scelta miope e potenzialmente devastante, che rischia di compromettere l’intero assetto sanitario europeo”.