(Adnkronos) – I mari italiani continuano a essere un ecosistema dinamico, influenzato anche dalla presenza di specie non autoctone. Per monitorare e informare sulla diffusione di questi "alieni invasivi", riparte la campagna "Attenti a quei 4!", iniziativa congiunta di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e Cnr-Irbim (Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Ancona). L'obiettivo è tracciare la presenza del pesce scorpione e di altre tre specie tropicali potenzialmente pericolose sulle coste italiane. L'attenzione su questi fenomeni è accresciuta da un recente studio pubblicato sulla rivista Mediterranean Marine Science
, che ha confermato il Mar Ionio come una delle aree più vulnerabili a tale invasione. La mappatura della presenza del pesce scorpione (Pterois miles) nel Mediterraneo, aggiornata a marzo 2025, rivela un totale di 1.840 segnalazioni provenienti dai diversi paesi del bacino. La specie mostra una chiara tendenza alla diffusione anche nelle acque italiane, con il Mar Ionio che si conferma un'area di particolare vulnerabilità.
La campagna "Attenti a quei 4!" estende l'appello a pescatori, subacquei e a chiunque abbia osservato o catturato nei mari italiani non solo il pesce scorpione, ma anche altre tre specie tropicali potenzialmente pericolose: il pesce palla maculato, il pesce coniglio scuro e il pesce coniglio striato. La cittadinanza è invitata a fornire il proprio supporto per informare sulla presenza di queste specie invasive nei nostri mari. ISPRA e Cnr-Irbim, in collaborazione con il progetto AlienFish, rilanciano l'iniziativa fornendo anche indicazioni utili per riconoscere queste specie, prevenire spiacevoli incidenti e contribuire attivamente al monitoraggio della loro diffusione. I cittadini possono documentare le osservazioni con foto o video e inviare il proprio contributo tramite il link https://shorturl.at/JM87A. In alternativa, è possibile utilizzare WhatsApp al numero +320 4365210 o i gruppi Facebook Oddfish e Fauna Marina Mediterranea, utilizzando l'hashtag #Attenti4. Questa edizione della campagna si inserisce nel solco delle precedenti iniziative avviate dal 2022, in considerazione delle crescenti segnalazioni e catture di specie aliene nelle acque italiane, in particolare del pesce scorpione, da parte di subacquei e pescatori. I dati raccolti sono stati visualizzati in nuove mappe di distribuzione e confrontati con le previsioni fornite da modelli di distribuzione delle specie precedentemente sviluppati. Tutte le nuove osservazioni sono state integrate nel dataset del portale ORMEF (www.ormef.eu), costituendo così la raccolta più aggiornata di dati sulla presenza del Pterois miles (o pesce scorpione) nel Mar Mediterraneo.
Manuela Falautano, ricercatrice dell'ISPRA e coordinatrice della campagna, ha sottolineato: "L'aumento delle catture e segnalazioni da parte di pescatori e subacquei, da un lato conferma l'importante ruolo da loro svolto a supporto dei ricercatori nell'attività di sorveglianza della diffusione delle specie aliene, dall'altro evidenzia la necessità di ampliare il coinvolgimento degli operatori del mare e di promuovere una chiara attività di comunicazione alla cittadinanza sulle specie potenzialmente pericolose per la salute umana, senza creare allarmismi".
Ernesto Azzurro, ricercatore del Cnr-Irbim, ha coordinato lo studio pubblicato recentemente su Mediterranean Marine Science, che ha fornito un aggiornamento approfondito sulla distribuzione del pesce scorpione nel Mar Mediterraneo, con un totale di 1.840 segnalazioni georeferenziate. "La maggior parte dei nuovi avvistamenti è concentrata nel Mar Ionio, una delle aree che, secondo le proiezioni climatiche, presenta il più alto rischio di aumento della vulnerabilità all'invasione da parte di questa specie tropicale, insieme alle regioni più meridionali del Mare Adriatico. I risultati dello studio offrono indicazioni significative sul continuo processo di espansione di Pterois miles, confermando l'affidabilità dei modelli e sottolineando l'urgenza di implementare strategie efficaci di monitoraggio e gestione", ha spiegato Azzurro. La ricerca, realizzata con la collaborazione del progetto AlienFish nell'ambito delle iniziative USEit e NBFC, ha permesso di visualizzare i dati in nuove mappe di distribuzione e di confrontarli con le previsioni dei modelli preesistenti, alimentando il portale ORMEF con la più aggiornata raccolta di dati sulla presenza di Pterois miles nel Mediterraneo. Ecco nel dettaglio le quattro specie "aliene" su cui si concentra la campagna di monitoraggio:
Pesce scorpione (Pterois miles): entrato dal Canale di Suez e segnalato per la prima volta in Italia nel 2016, è tra le specie più invasive a livello globale. Pur essendo commestibile, le sue spine possono causare punture molto dolorose, anche ore dopo la morte dell'animale.
Pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus): anch'esso proveniente dal Canale di Suez, è stato segnalato in Italia nel 2013. Caratterizzato da macchie scure sul dorso, possiede una potente neurotossina che lo rende altamente tossico al consumo, anche dopo la cottura. La sua dentatura è inoltre in grado di infliggere morsi dolorosi.
Pesce coniglio scuro (Siganus luridus) e Pesce coniglio striato (Siganus rivulatus): entrambi lessepsiani, sono stati segnalati in Italia rispettivamente nel 2003 e nel 2015. Specie erbivore particolarmente invasive, sono commestibili, ma le loro spine possono causare punture dolorose anche post-mortem. La collaborazione tra istituzioni scientifiche e cittadinanza si rivela cruciale per la salvaguardia della biodiversità marina e la sicurezza dei nostri ecosistemi costieri di fronte a queste nuove sfide. —[email protected] (Web Info)
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