Matteo E. Maino, dirigente nazionale di Più Europa ed esperto in politiche agrarie, lancia l’allarme sulla riforma della Politica Agricola Comune (PAC): “La PAC, pilastro fondamentale per il futuro del nostro settore primario, rappresenta circa il 39% del bilancio dell’Unione. Eppure l’Italia, culla di eccellenze agricole e custode di una biodiversità unica, si trova oggi in una posizione di sostanziale debolezza, subendo passivamente decisioni spesso poco coerenti con le esigenze derivanti dalla sua straordinaria eterogeneità”. Maino denuncia la scarsa incisività italiana a Bruxelles: “La carenza di europarlamentari e di una classe politica in grado di comprendere e valorizzare le specificità e peculiarità territoriali si traduce in un deficit di autorevolezza che finisce per penalizzare il nostro Paese”. Particolarmente preoccupante è la proposta di un “fondo unico”: “Sebbene questa prospettiva sembri mirare a semplificare la gestione dei fondi, nasconde in realtà il rischio concreto di un vero e proprio smantellamento della Politica Agricola Comune così come la conosciamo”. Poi conclude: “La difesa della PAC non rappresenta una posizione di futile conservatorismo agricolo, ma una scelta strategica e necessaria per garantire un futuro prospero e sostenibile all’agricoltura italiana ed europea. Solo così l’Italia potrà tornare a essere protagonista, e non semplice spettatrice, del suo destino agricolo in Europa”.
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