Daniele Orazi debutta come scrittore con Ostiawood, mentre il documentario Onde ribelli accende i riflettori sui 50 anni delle radio libere. Spazio anche alla Titanus con un omaggio ai suoi 120 anni di storia.
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La seconda giornata del tredicesimo Ariano International Film Festival ha offerto al pubblico un viaggio unico tra scrittura, cinema e memoria culturale. L’edizione 2025 si conferma così un crocevia di linguaggi artistici capaci di dialogare tra loro, grazie a un ricco programma che ha unito emozione e riflessione.
Nel primo pomeriggio, presso il Museo Civico e della Ceramica di Ariano Irpino, è stato inaugurato AIFF Books, il nuovo spazio del festival dedicato alla narrativa. Daniele Orazi, celebre manager cinematografico, ha presentato il suo primo romanzo, “Ostiawood”, che racconta la storia di Andy Schroder, icona nel mondo del cinema, alle prese con un misterioso evento durante la Mostra Internazionale d’Arte di Venezia. Il libro ha ottenuto grande interesse, grazie alla capacità di fondere elementi autobiografici e di fiction, riflettendo sulla magia e le ombre del mondo dello spettacolo.
In serata, è stato proiettato “Onde ribelli – 50 anni di libertà in FM”, il documentario di Maurizio Pizzuto e Pino Nano, con la regia dello stesso Pizzuto. In sala era presente anche il giornalista e conduttore radiofonico Maurizio Lozzi. L’opera, narrata dalla voce profonda di Luca Ward, racconta l’evoluzione delle radio libere italiane, attraverso materiali inediti, interviste storiche e testimonianze esclusive.
Tra i protagonisti, Vasco Rossi, che ricorda gli esordi con Punto Radio, affiancato da figure storiche dell’etere come Red Ronnie, Linus e Claudio Cecchetto. Il documentario non è solo un viaggio nella musica, ma anche un ritratto generazionale, intenso e appassionato.
La giornata si è conclusa con un omaggio alla storia del cinema italiano: la proiezione del documentario “Titanus 1904” di Giuseppe Rossi, in concorso al festival, che celebra i 120 anni della leggendaria casa di produzione fondata a Napoli da Gustavo Lombardo. Un tributo sentito a una realtà che ha segnato profondamente l’identità culturale nazionale.