La sostenibilità rappresenta, ormai da tanti anni, un caposaldo della quotidianità in molti ambiti. Viene messa in primo piano in diverse situazioni, tra le quali è possibile chiamare in causa anche la pulizia della casa.
A confermare il trend in questione ci ha pensato il report, recentemente reso pubblico, condotto dallo staff di una start up Bcorp attiva nella ricerca di soluzioni per ridurre la plastica.
Analizzando i dati di un campione di italiani di età compresa tra i 25 e i 67 anni, fortemente rappresentativo della popolazione del Paese, ha scoperto che circa 9 persone su 10 considerano importante la sostenibilità dei prodotti che si utilizzano per le pulizie domestiche.
Non è affatto un caso che, negli ultimi anni, siti come quello di Giesse detergenti abbiano visto crescere notevolmente il numero di utenti e il fatturato.
A rendere attrattiva l’offerta ci pensano diversi fattori, tra i quali è possibile ricordare la presenza in catalogo di prodotti certificati, il che è una certezza di qualità senza eguali soprattutto quando si parla di impatto ambientale.
Sì, si tratta di un e-commerce di prodotti di pulizia professionali, ma questo poco importa. Gli italiani, sempre secondo il report sopra menzionato, sono infatti disposti a spendere di più rispetto ai prodotti cosiddetti tradizionali.
Di più, ma non troppo: un criterio messo in primo piano dall’indagine riguarda il limite del 20% in più, soglia – parliamo ovviamente di un confronto con soluzioni non sostenibili – oltre la quale l’utenza non è disposta a investire.
Il ruolo della tecnologia
Un altro dato interessante emerso dal report riguarda il successo parallelo di pulizie sostenibili e tecnologia.
Dall’aspirapolvere robot, fino alla scopa elettrica, senza dimenticare i lavavetri smart, sono numerosi i dispositivi tech che, sempre con un occhio all’impatto che hanno sull’ambiente, vengono scelti per rendere meravigliosi gli spazi della casa.
Una tendenza in continua crescita
Quella dell’attenzione alla sostenibilità dei prodotti che si utilizzano per l’igiene della casa è una tendenza in continua crescita.
Sempre secondo un report, risalente però al 2024, della già citata azienda, nel mese di marzo i soggetti inclusi nel campione riferivano di aver detto completamente addio ai prodotti per la pulizia della casa non attenti all’ambiente – parliamo del 47% dei soggetti intervistati – mentre la restante percentuale affermava di avere già iniziato a incrementare l’impiego di prodotti per la casa green.
Per chiamare in causa altri dati che aiutano a fotografare le abitudini degli italiani per quanto riguarda le pulizie di casa rammentiamo che, sempre con i numeri del report del 2024 alla mano, il 54% dei soggetti intervistati si dichiarava la persona che si occupa abitualmente delle pulizie tra le mura domestiche.
Il giorno preferito per farle? Il sabato. Per quanto riguarda, invece, i tempi, si parla di circa 3,5 ore settimanali.
Guardando nel dettaglio l’approccio alle varie attività, si può notare come quella che drena la maggior quantità di tempo sia la gestione del bucato. In media, infatti, porta via poco più di 2,2 ore a settimana.
Cosa dire, invece, dell’attività considerata meno gradevole? Che al primo posto si trovano i momenti in cui ci si dedica a spolverare.
Le sfide per le aziende
Con questi numeri in mano, le aziende che si occupano di prodotti legati alla pulizia della casa sono chiamate, nel prossimo futuro, a rispondere a diverse sfide. Qualche esempio? Il focus sui valori.
Agli aspiranti acquirenti non basta un prodotto con packaging ecologico e materie prime sostenibili: vogliono sapere cosa anima un brand nel suo percorso di cambiamento del mondo in positivo.
Essenziale è altresì tenere gli occhi aperti su diverse previsioni, per esempio quella che parla di una crescita del 6,4%, da qui al 2030, dei prodotti di pulizia ricaricabili, la cui implementazione in catalogo sarà da valutare con sguardo strategico.