Ho letto con attenzione la replica dell’assessora Sabrina Alfonsi a Virginia Raggi sul tema del termovalorizzatore.
Premetto: né Raggi né Alfonsi sono i miei modelli politici sul tema amministrativo e politico. Ma non posso restare in silenzio di fronte ad affermazioni che rischiano di legittimare un modello vecchio, costoso e dannoso, spacciandolo per “unica soluzione” al problema dei rifiuti.
Non è vero che le alternative siano solo inceneritore o una discarica
L’assessore all’ambiente Alfonsi sostiene che le opzioni siano due: bruciare i rifiuti o interrarli. È falso.
Città italiane ed europee hanno già dimostrato che esiste un’altra strada:
* Raccolta differenziata spinta e di qualità, estesa a tutta la città.
* Riciclo avanzato per carta, plastica, vetro e metalli.
* Compostaggio e digestione anaerobica per la frazione organica, che da sola rappresenta circa il 40% dei rifiuti urbani.
* Riduzione dei rifiuti alla fonte e tariffa puntuale, che premia i cittadini virtuosi.
Questa è economia circolare, non l’inceneritore.
Un impianto che inquina e consuma
Il termovalorizzatore non è una tecnologia “pulita”:
* Produce emissioni nocive – polveri ultrafini, ossidi di azoto, diossine – che l’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala come dannose per la salute.
* Genera ceneri tossiche, da smaltire comunque in discarica.
* Richiede miliardi di euro di investimento, vincolando Roma per decenni a un modello inquinante.
* Consuma enormi quantità di energia e di acqua in una fase storica in cui servirebbe risparmiare risorse, non sprecarle.
Chiamarlo “valorizzatore” non cancella questi costi ambientali e sociali.
Il prezzo per i Castelli Romani sarà molto alto. Il progetto di Santa Palomba non grava solo su Roma, ma soprattutto sui Castelli Romani.
Qui, al confine territoriale della Capitale, si vuole collocare un impianto che significa:
* Imbruttimento e degrado paesaggistico in una zona a forte vocazione agricola e turistica.
* Rischio ambientale e sanitario per i cittadini dei comuni limitrofi.
* Penalizzazione economica per un territorio che vive di enogastronomia, agricoltura di qualità e turismo naturalistico, oggi minacciati dall’ombra di un inceneritore.
Non è accettabile che, per colmare l’incapacità di gestire i rifiuti a Roma, si sacrifichino aree che rappresentano un patrimonio naturale e culturale unico.
Roma merita modernità, non fumo. Roma non deve scegliere tra discarica e inceneritore: deve scegliere tra arretratezza e modernità.
O si continua a bruciare rifiuti fingendo di risolvere il problema, o si investe finalmente in riduzione, raccolta differenziata e riciclo.
Il Movimento Futuro Italia non ha dubbi: il futuro della Capitale e dei Castelli non può essere la combustione dei rifiuti, ma la costruzione di un vero modello di economia circolare, che difenda la salute, l’ambiente e l’economia dei territori ” conclude la giovane segretaria di Movimento Futuro Italia .

