In media, si passa quasi il 90% del proprio tempo al chiuso. Tra casa, ufficio e mezzi di trasporto, l’aria che si respira nella maggior parte della giornata non è quella fresca di un bosco, ma quella degli ambienti domestici. Ed è qui che sorge il problema: ci si preoccupa così tanto dello smog esterno che spesso si ignora un nemico molto più vicino. L’inquinamento indoor è una realtà concreta, a volte è perfino superiore a quello esterno.
Dentro casa si accumula di tutto: polveri sottili, acari, spore di muffa, composti organici volatili rilasciati da mobili nuovi, vernici e detersivi. Se a questo si aggiunge la CO2 prodotta respirando e l’umidità generata cucinando o facendo una doccia, il risultato è un insieme che può peggiorare allergie, asma, causare mal di testa e ridurre la qualità del sonno.
L’umidità: come creare superfici che “respirano”
Il primo fattore di cui si parla quando si fa riferimento all’aria viziata è sempre l’eccesso di umidità. Una doccia calda, la pasta che bolle, i panni stesi in casa d’inverno: tutta questa acqua evapora e rimane intrappolata nell’aria. Quando l’aria calda e umida incontra una superficie fredda, come un muro perimetrale poco isolato o l’angolo dietro l’armadio, condensa. Forma quelle fastidiose goccioline che, a lungo andare, creano l’ambiente perfetto per la muffa.
La muffa rilascia spore nell’aria che si respira, determinando irritazioni e reazioni allergiche. La soluzione tradizionale è spesso la pittura “antimuffa”, che però agisce come un impermeabile: blocca il sintomo, ma non risolve la causa. L’umidità resta intrappolata dietro.
Qui entra in azione un approccio diverso, più intelligente e sostenibile: quello dei materiali che instaurano una comunicazione ben precisa con l’ambiente. Invece di sigillare, si usano finiture che gestiscono attivamente l’umidità. Un esempio perfetto di questa filosofia è rappresentato dal tonachino anticondensa. Non si tratta di una vernice, ma di una vera e propria malta di finitura, un sottile strato di intonaco dalle proprietà straordinarie.
La sua caratteristica principale è quella di essere igroscopico: un po’ come una spugna naturale, assorbe l’umidità in eccesso quando l’aria è satura e la rilascia lentamente quando l’aria torna secca. Questi prodotti sono spesso composti da materiali naturali. Nello specifico, si tratta di una malta di finitura a basso peso specifico, preconfezionata in polvere, minerale, traspirante, ecosostenibile e perfettamente biocompatibile.
È composta di calce area, polveri di pietra scelte per colore e granulometria, pozzolane naturali micronizzate, minerali espansi, micro-fibre naturali e additivi specifici. Ha il colore naturale della materia ed è priva di sali.
Il legante conferisce all’impasto un’ottima adesione al supporto, notevole elasticità e alta resistenza alla formazione di muffa, oltre che alle aggressioni alcaline. Non presenta materie dannose per la salute e l’ambiente.
Il suo campo di applicazione ideale è proprio in ambienti umidi con fenomeni di condensazione, come le cucine o i bagni, in cui si necessita di un materiale naturale e igroscopico. Viene applicato negli interni ed è particolarmente adatto in bioedilizia per assicurare salubrità negli ambienti.
L’importanza del ricambio d’aria
Sembrerà banale, ma un’altra azione immediata per migliorare l’aria di casa consiste nell’aprire le finestre. Si tratta di un gesto antico, ma oggi, quando si va alla ricerca di modi per sigillare le case per risparmiare energia, ci si dimentica dei vantaggi di questa semplice soluzione.
Quando si ventila si fanno due cose: si diluiscono gli inquinanti interni e si abbassa l’umidità. Naturalmente, non bisogna tenere aperte le finestre per ore, perché questo non fa altro che raffreddare i muri, ottenendo l’effetto opposto.
La strategia ottimale è la ventilazione incrociata, la classica corrente d’aria: aprire completamente le finestre su lati opposti della casa per dieci minuti, due volte al giorno. Questo crea un flusso rapido che sostituisce l’aria viziata con aria fresca, senza dare ai mobili e ai muri il tempo di raffreddarsi troppo.
Il contrasto alla polvere
È fondamentale agire contro la polvere, che non è inerte, ma rappresenta un agglomerato di fibre tessili, acari, pollini e batteri. Per eliminarla davvero, l’ideale è usare un aspirapolvere con filtro HEPA, che trattiene anche le particelle più fini senza rimetterle in circolo. Per le superfici, meglio panni umidi o elettrostatici che catturano la polvere, invece che spolverini che la sollevano soltanto.
Quindi, vivere in una casa sana è il risultato di un approccio combinato: parte dalle fondamenta, con materiali traspiranti e anticondensa, passa per la tecnologia, con una buona ventilazione, e si completa con le scelte quotidiano di chi vive nell’abitazione ogni giorno.

