(Adnkronos) – Un troncone mutilo, frammenti di marmo che hanno attraversato oceani e secoli, e un maestro medievale che continua a parlare all'arte contemporanea. Tutto questo è "Giovanni Pisano. Memoria di uno scultore", la mostra che dal 13 dicembre all'8 marzo 2026 trasforma il Palazzo dell'Opera del Duomo di Pisa in un palcoscenico di storia, bellezza e riscoperta internazionale. Cento anni dopo la ricollocazione del celebre pergamo (pulpito) in Cattedrale (1926), la città della Torre pendente celebra uno degli scultori più rivoluzionari del Medioevo, la cui influenza ha travalicato i confini del tempo e dello spazio, ispirando artisti come Marino Marini e Henry Moore. Curata da Donata Levi (Università di Udine) ed Emanuele Pellegrini (Scuola Imt Lucca), con il supporto di un comitato scientifico di primo piano e promossa dall'Opera della Primaziale Pisana, la mostra è concepita esclusivamente per Pisa. Tra i pezzi forti, il ritorno in città – dopo quasi due secoli – di tre frammenti del pergamo custoditi al Metropolitan Museum of Art di New York, un evento di portata internazionale che restituisce alla città un legame storico e artistico unico. L'ingresso nella mostra lascia senza fiato: un troncone mutilo del monumento che Salvino Salvini dedicò a Giovanni Pisano nel 1875 per il Camposanto Monumentale in piazza dei Miracoli. Trasferita nel 1926 dalla piazzetta di San Sisto al Duomo, la statua fu fatta esplodere dai soldati americani durante la Seconda Guerra Mondiale. Oggi giace orizzontale, torso senza testa, simbolo potente della memoria tormentata dello scultore e dei drammi che la storia ha inflitto al suo patrimonio. Il XIX secolo consacrò Giovanni Pisano come maestro moderno. Mentre i frammenti del pergamo giacevano nel Camposanto, studiosi e viaggiatori stranieri – da Jean Auguste Dominique Ingres a John Ruskin – riconobbero la modernità delle sue sculture. Giovanni Pisano, e non il padre Nicola, entrò così a pieno titolo tra gli artisti rappresentati all'École des Beaux-Arts di Parigi da Paul Delaroche, simbolo di una fama che sarebbe durata nei secoli. Nel Novecento, la sua influenza si fece sentire in artisti come Lorenzo Viani, Marino Marini e Henry Moore, testimoniata in mostra dal dialogo tra un'opera di Marini e una lupa senese scolpita da un allievo del maestro pisano. Completato nel 1310, il pergamo fu smontato dopo l'incendio del Duomo del 1595 e i suoi frammenti furono riutilizzati per secoli come gradini, acquasantiere o decorazioni della Cattedrale. Solo nell'Ottocento Carlo Lasinio raccolse i pezzi nel Camposanto, mentre calchi in gesso viaggiavano tra Londra e Parigi, anticipando la fama internazionale di Giovanni Pisano prima ancora che la ricomposizione avvenisse a Pisa nel 1926. Oggi, tre frammenti chiave sono tornati dal Metropolitan Museum di New York, ricreando per la prima volta il dialogo diretto tra le parti originali e quelle già ricomposte in Cattedrale. I tre frammenti uscirono precocemente dalla città toscana sulle vie del mercato antiquario, entrarono nella collezione del critico d'arte inglese John Ruskin, per poi essere acquisiti dal Met nel 1921. Si tratta del gruppo del Tetramorfo (i simboli dei quattro evangelisti), che in origine sorreggeva il leggio del Vangelo, e di due pilastri con Angeli suonatori di tuba, collegati nel pergamo al Giudizio Universale. La mostra si sviluppa in 11 sale, intrecciando opere mai esposte – bronzetti, cartoni e gessi di Lodovico Pogliaghi – con i tesori della Cattedrale e i depositi dell'Opera della Primaziale. Modellini ottocenteschi di Giuseppe Fontana e riproduzioni 3D permettono al visitatore di seguire passo passo la ricostruzione del pergamo e di comprendere il processo creativo di chi si confrontò con Giovanni Pisano. Un viaggio immersivo che trasporta nel cuore pulsante della scultura medievale e nella sensibilità dei restauratori e degli artisti ottocenteschi e novecenteschi. Oltre al Metropolitan Museum, sono arrivate opere dal Louvre e dal Musée d'Orsay di Parigi e dal Victoria & Albert Museum di Londra, confermando l'influenza europea dello scultore pisano. Il manifesto della mostra, firmato da Gianluigi Toccafondo, rielabora in chiave contemporanea la fotografia del Monumento di Salvino Salvini, tessendo un ulteriore dialogo tra Giovanni Pisano e il presente. Andrea Maestrelli, presidente dell'Opera della Primaziale Pisana, nel corso della presentazione della mostra ha dichiarato: "Il complesso monumentale di Piazza del Duomo a Pisa custodisce un patrimonio che ha segnato la storia della scultura e dell'architettura europea dal XII secolo in avanti; organizzare una mostra come 'Giovanni Pisano. Memoria di uno scultore' significa quindi per l'Opera della Primaziale Pisana guardare al patrimonio non solo come custodi, ma anche come promotori di nuova conoscenza da condividere con un pubblico il più ampio possibile. Il ritorno, ad esempio, a Pisa dei tre elementi del pergamo di Giovanni Pisano, conservati al Metropolitan Museum of Art di New York – e assenti dalla città da circa duecento anni – rappresenta un momento di grande valore scientifico e simbolico. Questa 'restituzione temporanea' è il frutto di una collaborazione internazionale tra istituzioni museali e offre l'occasione straordinaria di studiare e ammirare insieme elementi del Pergamo che la storia aveva disperso. La scelta di includere il biglietto della mostra nel costo di accesso agli altri monumenti e musei della Piazza non è un dettaglio organizzativo, ma una dichiarazione di intenti: vogliamo che questo evento irripetibile sia un'opportunità per tutti, senza barriere economiche aggiuntive". (di Paolo Martini)
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