Cioffi (ASI): “Sport e cultura, un seme per le giovani generazioni”
ROMA – Una mattinata di valori, riconoscimenti e grandi storie sportive. Al Salone d’Onore del Coni, nel cuore dell’impianto istituzionale dello sport italiano, si è svolta oggi la 20ª edizione del premio ASI Sport & Cultura, un appuntamento che da due decenni celebra non solo l’eccellenza agonistica, ma il ruolo formativo e sociale dell’attività sportiva. 
A fare gli onori di casa, sotto gli occhi attenti delle principali autorità del mondo sportivo e istituzionale, è stata una lunga parata di campioni: dagli azzurri campioni del mondo di volley, insigniti del riconoscimento di Sportivi dell’Anno, a figure leggendarie come Claudio Ranieri, premiato nella nuova sezione “Italiani nel mondo”, passando per Marco Materazzi (Premio Gesto Etico) e il Premio Media assegnato a Juri Chechi. 
Ma tra gli interventi che hanno segnato la mattinata quello di Michele Cioffi, responsabile nazionale di ASI Cultura, ha tracciato una visione chiara e ambiziosa per il futuro dello sport italiano: “Lo sport è vita, la cultura rende liberi”. 
Secondo Cioffi, infatti, sport e cultura devono agire insieme come un seme piantato nelle giovani generazioni. “Se riusciamo a innescare questo seme… probabilmente riusciremo a formare ragazzi capaci di dedicarsi a corretti stili di vita, ma anche di apprezzare la bellezza culturale e artistica”, ha affermato il dirigente, sottolineando come il binomio sport–cultura possa contribuire alla crescita civile e sociale delle comunità italiane. 
Un messaggio che si inserisce a pieno titolo nella missione del Premio ASI, nato nel 2006 proprio per valorizzare impegno, aggregazione, solidarietà e inclusione attraverso storie emblematiche e modelli positivi che vadano oltre il semplice risultato sul campo. 
In un clima di celebrazione e riflessione, Cioffi ha ricordato che “non basta vincere, lo sport deve insegnare”, puntando l’attenzione sulle nuove generazioni come futuro di una comunità che si costruisce nello sport e nella cultura. 
Così, tra applausi e trofei, la cerimonia al Coni ha confermato che lo sport italiano non è solo risultato, ma una palestra di vita in cui la cultura ha un ruolo centrale nel formare cittadini consapevoli e protagonisti del domani. 

