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È emerso che i proventi della frode fiscale venivano investiti nell’acquisto di immobili, fatti confluire in una società appositamente creata, i cui dominus occulti erano alcuni degli indagati.
(MeridianaNotizie) Roma, 2 agosto 2013 – Un macchinoso sistema fraudolento ai danni dell’Erario era stato orchestrato da un gruppo di commercialisti di Roma, a beneficio di un noto consorzio operante a livello nazionale nel settore delle pulizie e del facchinaggio. E’ quanto scoperto dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma che hanno fatto piena luce sull’attività dell’organizzazione, capeggiata da un professionista di Roma – noto alle cronache per essere stato, tra l’altro, presidente dell’”Arezzo Calcio” – che, grazie ai consigli dei consulenti, aveva creato una rete di cooperative, cui erano state preposte “teste di legno”, che venivano fatte scomparire dopo aver addossato loro i debiti tributari e contributivi del consorzio.
Dagli accertamenti delle Fiamme Gialle della Compagnia di Fiumicino, resi ardui dalla mancanza di tutta la documentazione amministrativo-contabile fatta sparire per impedire la ricostruzione del giro d’affari, è emerso, oltre all’occultamento al Fisco di ricavi per circa 60 milioni di euro, che i proventi della frode fiscale venivano investiti nell’acquisto di immobili, fatti confluire in una società appositamente creata, i cui dominus occulti erano alcuni degli indagati. L’inchiesta vede indagate complessivamente 49 persone, tra capi, gregari e professionisti che dovranno rispondere del reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.
Il servizio di Cristina Pantaleoni
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