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In questi giorni tumultuosi a causa di un possibile intervento statunitense contro Assad fuori del quadro Onu, la cessazione immediata della violenza in Siria è il primo punto indicato dalla diplomazia pontificia.
(MeridianaNotizie) 09 settembre 2013 – Le tante guerre in giro per il mondo sono davvero “per problemi o per vendere le armi?”. E’ questa la domanda posta, durante l’Angelus, da Papa Francesco, che, all’indomani della veglia di preghiera per la pace, è tornato a parlare della Siria. “In quella nazione – ha dichiarato – cessi subito la violenza e la devastazione e si lavori con rinnovato impegno per una giusta soluzione del conflitto fratricida”. Il Papa allargando, poi, lo sguardo su tutto il Medio oriente, ha chiesto stabilità per il Libano ‘modello di convivenza’, riconciliazione contro la violenza settaria in Iraq, decisione e coraggio per far progredire il processo di pace tra Israeliani e Palestinesi, impegno degli egiziani, musulmani e cristiani a costruire insieme la società per il bene dell’intera popolazione. Papa Francesco torna, dunque, ad intervenire in maniera forte e decisa nel pressing per la pacificazione in Siria avviato dall’Angelus di otto giorni fa, insieme alla considerazione, fatta a braccio colloquiando con la piazza gremita, che “sempre rimane il dubbio: questa guerra è davvero una guerra per problemi o è una guerra commerciale per vendere queste armi nel commercio illegale?”. Papa Francesco, che ha ringraziato con calore quanti ieri si sono uniti alla iniziativa di digiuno e preghiera per la pace, ha chiesto di continuare su questa via, e con lo stesso spirito.
In questi giorni tumultuosi a causa di un possibile intervento statunitense contro Assad fuori del quadro Onu, la cessazione immediata della violenza in Siria è il primo punto indicato dalla diplomazia pontificia. Inoltre, riguardo al commercio mondiale di armi, legale o illegale, la diplomazia papale conduce da tempo una forte azione anche in sede Onu. La domanda posta oggi da papa Francesco, se le tante guerre in giro per il mondo siano “per problemi” o per “vendere armi”, se la pongono in tanti, di fronte al caso siriano: l’uso di armi chimiche sui civili è stato finora per la prassi e per il diritto internazionale il punto di non ritorno su cui scegliere o meno di intervenire. Qualcuno ha osservato che non solo Assad, ma anche i suoi oppositori, potrebbero usare armi chimiche sui civili inermi e sui bambini. Proprio all’Angelus di otto giorni fa papa Bergoglio ha condannato con particolare fermezza l’uso delle armi chimiche in Siria.
Il servizio di Antonella D’Angelo
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