I giudici della VI sezione gli hanno inflitto sette anni di per il fallimento dalla società Finmavi spa per oltre 600 milioni di euro 
(MeridianaNotizie) Roma, 7 ottobre 2013 – Nuova condanna per l’imprenditore Vittorio Cecchi Gori. I giudici della VI sezione gli hanno inflitto sette anni di reclusione (la procura ne aveva chiesti dieci) per il fallimento dalla società Finmavi spa per oltre 600 milioni di euro. Nel febbraio scorso gli erano stati inflitti sei anni di carcere per il crac da 24 milioni della Safin Cinematografica. Condannato anche il braccio destro di Cecchi Gori, Luigi Barone: già condannato a 5 anni per il fallimento della Safin, il collegio gli ha inflitto cinque anni e mezzo di carcere (la procura ne aveva chiesti otto). Gli imputati sono stati inoltre interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e condannati a risarcire le parti civili.
I due imputati sono stati invece assolti con la formula “non sussiste” per la distrazione di fondi dalla società Cecchi Gori Media holding. Il collegio, presieduto da Gustavo Barbalinardo, ha anche disposto la confisca delle quote già sequestrate delle società Cecchi Gori Cinema e Spettacolo e Vip 97 (che ha tra i suoi beni il palazzo di piazza della Fontanella Borghese) a garanzia dei creditori.
Ribaditi i sigilli anche per altre società come la Cecchi Gori Picture e Cecchi Gori Usa. La Finmavi, considerata la cassaforte della famiglia Cecchi Gori, fu dichiarata fallita il 23 ottobre 2006. Secondo la ricostruzione degli inquirenti gli imputati avrebbero “distratto o comunque dissipato – si legge nel capo d’imputazione – beni del patrimonio sociale, cagionando un passivo fallimentare pari a circa 600 milioni di euro, a fronti di un attivo indicato in sede di proposta di concordato in 120 milioni di euro circa, così determinando un elevato ed ingiustificato disavanzo aziendale”.
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