Nel cimitero dell’isola non c’è più posto per gli oltre 200 migranti morti al largo dell’isola dei Conigli
(MeridianaNotizie) Roma, 8 ottobre 2013 – La loro terra non li ha voluti e sono dovuti scappare. Il mare non li ha accettati e li ha fatti morire. Ora neanche il cimitero è disposto ad accoglierli, come del resto le leggi italiane. Nel cimitero di Lampedusa non c’è più posto per gli oltre 200 migranti morti al largo dell’isola dei Conigli. La degna sepoltura sull’isola è destinata a essere non solo non degna ma anche inesistente, come è accaduto prima di loro ad altre vittime del mare.
Giuseppe Giardina, il custode del cimitero dell’isola vive questa macabra e grottesca realtà tutti i giorni: “Non ne possiamo accogliere perché non abbiamo più spazio nel cimitero altrimenti si sarebbe fatto tutto il possibile, i cimiteri di Lampedusa sono piccoli e non possiamo accogliere tutta questa quantità”. In passato il custode ha visto più volte arrivare persone in cerca di parenti o conoscenti naufragati in qualche viaggio della speranza. “Un’altra volta è venuto un gruppo di fuori, persone di colore che hanno visitato il cimitero in cerca dei parenti. Ma come fanno che non sono identificati? Nelle parole di Giardina c’è tutta la rabbia e la disperazione di chi già ne ha visti e teme di doverne vedere altri, di drammi dell’immigrazione come quello del 3 ottobre all‘isola dei Conigli. Sono un po’ commosso sento dolore e dramma nello stesso tempo perché questo traffico di carne umana non si può fermare”. Chissà che almeno il paradiso accolga queste povere vittime del mare e della società.
di Luisa Deiola
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