(Meridiananotizie) Roma, 4 gennaio 2012 – Rischio sismico, idrogeologico, geotermia, arsenico nell’acqua. Criticita’ e pericoli che ogni giorno mettono alla prova il territorio della regione Lazio, quello delle sue cinque province, ma soprattutto migliaia di persone. L’occasione per affrontare queste tematiche è stata data dal ventennale dell’Ordine dei Geologi del Lazio all’ Istituto Superiore Antincendio dei Vigili del Fuoco a cui ha partecipato anche l’Assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, Angela Birindelli. «I geologi dovranno essere sempre più coinvolti nei processi di programmazione in un territorio come quello del Lazio che è esposto ai rischi derivanti dai terremoti lungo la fascia appeninica, da frequenti inondazioni lungo le piane costiere ed i corsi d’acqua dal Tevere al Liri». Questo l’appello lanciato dal Presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio, Roberto Troncarelli. Sono ben 372 comuni, il 98% del totale, i comuni del Lazio con un’area ad elevato rischio di alluvione o di frana. Complessivamente la superficie regionale in dissesto idraulico o geomorfologico è pari a 1.309 km2: 7,6% della superficie. Il 5% del territorio del Lazio è interessato da frane. La provincia più a rischio è Frosinone, subito dopo Roma, Viterbo, Latina e Rieti. La Capitale presenta il maggiore rischio idrogeologico, per estensione territoriale, numero di abitanti coinvolti ed elevato valore dei beni esposti. Uno degli interventi previsti e più costosi è per la messa in sicurezza idraulica della città di Roma a partire dalla zona del comune di Monterotondo: 16,5 milioni di euro. Altri interventi sono previsti alla collina dei Parioli, in viale Tiziano, in via Valli al Portuense e in via Labriola. Infine Ponza e Ventotene, per metterne in sicurezza le spiagge e arrestare l’arretramento delle coste rocciose. “Nella Regione Lazio ci deve essere un uso più attento delle risorse del nostro territorio” ha sottolineato all’apertura dei lavori l’assessore Birindelli.
Il servizio di Laura Bolasco
