Quanto al luogo della sepoltura il legale ribadisce che almeno per il momento non ha alcuna intenzione di rivelarne il luogo. Non dico nulla anche perchè non dipende da me
(MeridianaNotizie) Roma, 21 ottobre 2013 – Con Priebke non si ha mai pace, sia che sia da morto che da vivo. “Onore a Priebke”, la scritta con vernice nera ben risalta su un muro bianco in via Vittorio Bachelet all’incrocio con via Garibaldi, proprio di fronte al cimitero di epoca borbonica di Gaeta. Al fianco della scritta un simbolo che non sembra appartenere a nessun gruppo di destra. La circostanza è stata segnalata al commissariato di polizia di Gaeta.
Intanto i figli dell’ex capitano Ss, Jorge e Ingo, in una lettera recapita al Prefetto Giuseppe Pecoraro, affermano “di essere rimasti colpiti da ciò che è successo dopo la morte” del genitore e sottolineano: “C’è stato un accanimento contro nostro padre: ora cali il silenzio, ci sia il massimo riserbo, riservatezza sul luogo della sepoltura”. Dal canto suo l’avvocato Paolo Giachini, legale della famiglia Priebke, afferma che “non c’è nessuna polemica con la comunità ebraica. Mi sono battuto per un perseguitato al fine di evitare trattamenti degradanti. Si voleva fargli fare la fine di Bin Laden con la cremazione e le ceneri gettate in mare”. La figura di Priebke mostrata sui giornali – ha aggiunto il penalista – è una falsificazione. Chi lo conosceva lo considerava una persona di grande umanità e forza d’animo. Aveva anche scritto di essere vicino ai parenti delle vittime e di venerare i martiri nel loro ricordo”. Quanto al luogo della sepoltura il legale ribadisce che almeno per il momento non ha alcuna intenzione di rivelarne il luogo. Non dico nulla anche perchè non dipende da me. Per ora resta top secret. Se la famiglia vorrà si potrà rendere omaggio a una figura diventata simbolo di dignità, libertà e sopportazione umana. L’accordo comunque trovato con le istituzioni – ha aggiunto l’avvocato – soddisfa pienamente la famiglia del signor Priebke, rivolgiamo un ringraziamento alle autorità e al prefetto di Roma che ha collaborato e si è impegnato a trovare una soluzione”. “Non dirò – ha concluso – quando la salma lascerà Pratica di Mare perchè sono vincolato dal segreto professionale. La famiglia e la prefettura mi hanno chiesto il massimo riserbo”.
Da Birkenau, il presidente della Comunita’ ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, a margine del viaggio della Memoria, commentando le ultime parole dell’avvocato della famiglia dell’ex ufficiale nazista Erich Piebke, sul luogo della sepoltura della salma, afferma: “Non e’ una battaglia tra l’avvocato Giachini e gli ebrei ma dell’intera comunita’, sta cercando solo visibilita’. Credo che la cosa migliore sia far calare il silenzio. Ha vinto la democrazia e il nostro stato di diritto, qualunque violazione anche degli accordi presi con la prefettura su questa vicenda avranno sicuramente conseguenze. Immagino che se Giachini dovesse rendere pubblico il luogo della serpoltura, come invece fa intendere, se ne assumera’ tutte le responsabilità. L’avvocato non si illudesse, la sua e’ una guerra persa in partenza”. “Il caso Priebke ha purtroppo stimolato molte malsane smanie di protagonismo, ma infine la realtà può essere ristabilita. L’affronto di assistere a celebrazioni in onore di chi dei romani è stato torturatore a Via Tasso e assassino alle Fosse Ardeatine è stato risparmiato alla città di Roma. Le legittime istituzioni dell’ebraismo italiano non hanno chiesto, all’indomani della scomparsa dell’ex SS, niente di più e niente di meno e hanno trovato piena rispondenza nelle autorità civili e religiose, oltre che nella pronta reazione di tutta la società civile”. Lo afferma in una nota il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. “Le istanze tempestivamente espresse dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che rappresenta i valori e le istanze degli ebrei italiani nei confronti delle istituzioni e della pubblica opinione, sono quindi state ben comprese e accolte – aggiunge – Non si illudano ora i provocatori di professione che sperano di fare del caso Priebke un’occasione di notorietà e di farneticazioni negazioniste. Resta fermo il chiaro avvertimento lanciato dall’UCEI nella serata dello scorso 12 ottobre: Qualsiasi manifestazione di omaggio, civile o religioso, sarebbe, anche dopo la sepoltura delle spoglie mortali di questo criminale, un intollerabile affronto alla memoria di coloro che caddero nella lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo e troverà la ferma opposizione degli ebrei italiani e di tutti gli italiani che credono nei valori della Repubblica”.
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