Condannato a 6 mesi ad Arezzo per uno schiaffo al figlio. L’uomo, divorziato a seguito dell’episodio, dovrà risarcire anche l’ex moglie.
(MeridianaNotizie) Roma, 22 ottobre 2013 – Il figlio di 6 anni si era rifiutato di leggere e così il padre ha deciso di dargli un ceffone. Sembra una banale scena vista in tante famiglie, ma lo schiaffo è costato al padre una condanna a un mese, pena sospesa, per abuso dei mezzi di correzione.
La denuncia è scattata qualche anno fa dalla madre, che ha chiesto anche il divorzio a seguito dell’episodio, al Tribunale di Arezzo, che ha condannato l’ex marito anche a una ricompensa a suo favore. La sentenza è stata pronunciata dal giudice Manuela Accurso Tagano, l’accusa sostenuta dal PM Bernardo Albergotti. Il fatto si è svolto nella Valdichiana aretina, nel 2009.
La madre del piccolo era da poco rientrata a casa, e subito ha notato la guancia rossa del figlio. Chiedendo spiegazioni al padre, le è stato risposto che aveva ricevuto uno schiaffo perché si era rifiutato di leggere. Subito la donna ha chiamato i Carabinieri ed è scattata la denuncia. Dopo due anni la coppia si è separata due anni dopo e l’uomo è stato giudicato colpevole, e dovrà anche risarcire l’ex moglie per l’episodio.
La storia non rappresenta un episodio unico. Alcuni giorni fa, per esempio, in Francia è stato condannato un uomo a 500 euro per aver dato delle sculacciate al figlio che non lo salutava dicendo “buongiorno”. Il tribunale francese lo ha condannato per “violenza su minori e umiliazioni”. Nel 2004 la Cassazione ha confermato la condanna a un mese al padre 49enne che ha dato uno schiaffo alla figlia perché continuava a fare disegni sulla sabbia, nonostante i rimproveri. Nel 2011 Antonio Colasante, turista pugliese in Svezia, era stato arrestato per aver dato uno schiaffo al figlio, facendo così tre giorni di carcere prima della scarcerazione.
Secondo un sondaggio di “Save the Children” un quarto dei genitori in Italia fa uso di punizioni corporali, inflitte per educare la prole, pur riconoscendo che “il dialogo e l’ascolto restano i valori educativi fondamentali“. Le motivazioni dichiarate dai genitori, sempre secondo il sondaggio, sono, per il 57% delle coppie, “l’esasperazione, lo spavento, la reazione di un momento“, mentre per il 26% tali punizioni sono utili ad “aiutare a renderli adulti educati“.
Aurelio Ponzo
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