Finanziamenti, accesso al credito, burocrazia ed interlocuzione con le istituzioni sono le maggiori difficoltà incontrate dagli ‘startupper’
(MeridianaNotizie) Roma, 7 aprile 2014 – Uomo, trentaduenne, con un’istruzione elevata in economia e management o ingegneria, oltre l’80% con laurea e post laurea: questo il profilo dello ‘startupper’ romano delineato dalla ricerca “Conoscere l’ecosistema romano delle startup”, condotta dalla Confcommercio di Roma in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma, sottoponendo un questionario di indagine qualitativa-quantitativa ad un campione di 128 startup censito dal Registro Imprese. I risultati dell’indagine sono stati illustrati in mattinata presso la Cciaa di Roma, dal presidente di Confcommercio Lazio, Rosario Cerra, coadiuvato dal coordinatore scientifico della ricerca, Gaetano Grasso. Ne è poi scaturita una tavola rotonda a cui hanno partecipato, tra gli altri: il presidente della commissione start up della Regione Lazio Carlo Alberto Pratesi, l’assessore capitolino alla Roma Produttiva Marta Leonori, il segretario generale della Cciaa di Roma Pietro Abate ed alcuni protagonisti di start up romane che hanno raccontato la loro esperienza.
La ricerca “Conoscere l’ecosistema romano delle start up” nasce con un doppio obiettivo: il primo e “capire cosa sta succedendo nell’ecosistema romano e fornire per la prima volta un identikit completo degli startupper e delle startup che insistono sul territorio di Roma Capitale, che oggi, in Italia, è la principale realtà di nascita delle start up. Secondo obiettivo è quello di e individuare quali sono le esigenze vere delle start up e fornire alle istituzioni indicazioni sulle azioni e sugli strumenti necessari per superare le criticità, dare una risposta strutturale a queste esigenze e quindi sostenere la crescita e lo sviluppo dell’intero ecosistema romano. Per quanto riguarda l’identikit dello ‘startupper’, la metà dei titolari di una nuova attività ha più di 35 anni. A seguire, la seconda fascia di età maggiormente rappresentata, con il 22,5%, è quella che va dai 26-30 anni; poi vengono quelle 31-35 e 21-25 anni che registrano rispettivamente il 12,5% e il 15%. Oltre il 70% ha compiuto un’esperienza all’estero per più di tre mesi, più della metà dichiarano di non aver avuto precedenti esperienze lavorative e imprenditoriali e quasi il 73% e’ alla sua prima start up.
Finanziamenti, accesso al credito, burocrazia ed interlocuzione con le istituzioni sono le maggiori difficoltà incontrate dagli ‘startupper’. Dall’indagine emerge che la priorità per chi avvia un’attività è la ricerca di finanziamenti. Il 21,8% del campione ritiene necessario il sostegno delle istituzioni o degli enti presenti sul territorio nella ricerca di fondi in generale, più nello specifico nell’accesso a finanziamenti pubblici, che siano bandi, concorsi o gare (21,8%) ma anche nelle ricerca di partner industriali che possano sostenere, sia da un punto di vista economico che di know how, l’idea alla base della startup. Il 15,6% degli intervistati chiede aiuto per portare a termine le pratiche burocratiche necessarie all’avvio di un’attività. A seguire, è richiesto un sostegno anche per quanto riguarda la ricerca di risorse umane qualificate e per la valutazione del potenziale di mercato del prodotto o dell’attività stessa. Gli startupper investirebbero anche nella promozione di occasioni d’incontro con i finanziatori privati (22,7%), nonché in partnership tra atenei universitari e imprese. Seguono infine il sostegno nelle fasi iniziali (business plan e pratiche burocratiche), la realizzazione di spazi di coworking, l’organizzazione di fiere e competizioni internazionali.
Il servizio di Mariacristina Massaro
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