Le abitazioni e gli uffici di Equitalia Sud del direttore Regionale Lazio, Alessandro Migliaccio, e del direttore Regionale Calabria, Giovanbattista Sabia, sono state perquisite nell’ambito di un’indagine su un giro di favori ad imprenditori da parte di un funzionario infedele delle società di riscossione.
(MeridianaNotizie) Roma, 9 aprile 2014 – Otto arrestati, quindici indagati per un danno alle casse dell’erario pari a 17 milioni di euro. È il bilancio dell’operazione svolta dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine su Equitalia coordinata dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dai sostituti Maria Francesca Loy e Stefano Rocco Fava. I provvedimenti cautelari sono stati disposti dal gip Maria Bonavantura. In carcere sono finiti Salvatore Fedele, funzionario Equitalia Sud (sospeso il 19 settembre 2013 a seguito delle perquisizioni dello scorso settembre e reintegrato il primo aprile 2014); Domenico Ballo, commercialista di Napoli intermediario della corruzione di Fedele; Mauro Carlini, commercialista e consulente del lavoro a Roma; Lucio Licciardi, imprenditore tra Roma, Napoli ed altre province; Paolo Conte, imprenditore tra Roma e Napoli ed altre province; Antonio Conte imprenditore a Roma e Napoli ed altre province. Ai domiciliari sono invece finiti Vincenzo Comes, ritenuto prestanome di Lucio Licciardi e Paolo Conte; Luisa Musto, moglie di Salvatore Fedele.
Le abitazioni e gli uffici di Equitalia Sud del direttore Regionale Lazio, Alessandro Migliaccio, e del direttore Regionale Calabria, Giovanbattista Sabia, sono state perquisite nell’ambito di un’indagine su un giro di favori ad imprenditori da parte di un funzionario infedele delle società di riscossione. Nell’ambito della stessa operazione le fiamme gialle hanno sequestrato beni tra contanti e beni immobili a per un valore complessivo di 750mila euro.
Corruzione, concussione, bancarotta fraudolenta e documentale, truffa aggravata ai danni dello Stato e di Equitalia, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, omessa dichiarazione e omesso versamento iva e imposte dirette, sono i reati contestati agli indagati a seconda delle singole posizioni nell’ambito dell’operazione denominata “cartella amica” o “rischiose abitudini”. Settanta i finanzieri che hanno svolto le perquisizioni compiute nelle province di Roma, Napoli, Caserta e Cosenza. Secondo la ricostruzione degli investigatori, il funzionario di Equitalia in cambio di denaro aveva consentito a imprenditori e professionisti di sottrarsi al pagamento di ingenti somme all’erario. Il modus operandi era sempre lo stesso.
L’imprenditore, attraverso il proprio commercialista, chiedeva la rateizzazione dei debiti Equitalia, ottenendo poi dilazioni di pagamento fino al limite massimo consentito di 72 rate mensili per congelare la pretesa esattoriale e ottenere la revoca di eventuali procedure esecutive (sequestri, pignoramenti) in corso. Quindi l’imprenditore pagava solo le prime rate, per evitare di perdere il beneficio della rateizzazione, e poi liquidava l’azienda affidando la carica di liquidatore a prestanome nullatenenti. La successiva cancellazione delle aziende dal Registro delle Imprese vanificava qualsiasi pretesa erariale. Nel frattempo il funzionario infedele operava un continuo monitoraggio della posizione debitoria dell’imprenditore per prevenire, ritardare o ostacolare eventuali procedure esecutive di Equitalia sino al decorso di un anno dalla cancellazione dal Registro delle Imprese. Sei le società coinvolte nel sistema: Aura Service Coop; Aloha service coop; Joy service coop; Power service coop; Euroservizi generali srl; Antonio srl. Tali aziende hanno un debito complessivo nei confronti di Equitalia e dell’erario per oltre 17 milioni di euro.
Nel corso di perquisizioni a carico del funzionario infedele, gli investigatori hanno trovato alcuni appunti manoscritti ritenuti “significativi” in quanto dimostrerebbero il coinvolgimento illecito dell’indagato per la gestione del debito esattoriale di ulteriori società e persone fisiche per un debito complessivo di 34 milioni di euro. Sono inoltre in corso specifici accertamenti sulla posizione di oltre 400 contribuenti (persone fisiche e giuridiche in diverse regioni d’Italia) per i quali risulta un interessamento attivo da parte degli indagati presso l’ente di riscossione, svincolato dalle normali procedure di lavorazione, attraverso oltre 3.000 abusive interrogazioni del sistema informatico di gestione del debito esattoriale, decine di stampe di fascicoli contribuente consegnate a mano ai commercialisti di riferimento, presentazione di istanze di rateazione direttamente a figure dirigenziali dell’ente. “Significativo” è inoltre ritenuto da chi indaga il sequestro, presso gli uffici di Equitalia, di un lungo elenco di dilazioni lavorate e concesse su specifica disposizione di dirigenti dell’ente, anche in deroga ai requisiti richiesti (indici di bilancio del richiedente, decadenza da precedenti rateazioni). Dalle verifiche è emersa anche una “fidelizzazione” di imprenditori e liberi professionisti con il funzionario infedele: in alcuni casi le “agevolazioni” erano infatti iniziate nel 2002 e proseguite negli anni.
La Redazione
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