Con un comunicato stampa, le due associazioni si scagliano contro l’Associazione Volontari di Porta Portese, unica destinataria dei fondi
(Meridiana Notizie) Roma, 29 maggio 2014- Il business dei cani randagi e dei canili con spese discutibili, bandi pubblici mai realizzati, affidamento diretto del servizio e convenzioni tra associazioni e Comuni per la gestione dei canili è un fenomeno tutt’altro che raro. Un esempio di gestione anomala dei canili comunali è Roma. Affidamento diretto, da anni, e nemmeno l’ombra di un bando ad evidenza pubblica. I canili comunali di Roma sono quattro: Canile Comunale Muratella, Rifugio Ponte Marconi Ex Cinodromo, Parco Canile Vitinia Ex Poverello, Valle dei Cuccioli. Cosa hanno in comune queste quattro strutture? L’affidamento del servizio e sua gestione ad un’unica Associazione, AVCPP, ormai da diversi anni e … senza alcun bando! Il comune cittadino potrebbe tranquillamente pensare che, nonostante l’assenza di bandi, l’affidamento dei canili ad un’unica Associazione, sempre la stessa, da 17 anni sia sinonimo di garanzia del servizio ed efficienza. Così, a quanto pare, non è. La qualità del servizio è fortemente discussa, oltre che considerata, da diverse parti, fallimentare. Quanto spende il Comune, quindi il contribuente romano, per mantenere queste strutture pubbliche? La cifra erogata ad AVCPP è enorme. Per l’anno 2006, secondo quanto dichiarato dalla stessa Associazione, è di 4,5 milioni di euro. Di questi solo l’8% è finalizzato all’accudimento diretto dei cani- come alimentazione e cure – la restante parte è riferibile ad emolumenti, sanzioni, compensi e spese generali tra cui l’acquisto di abiti da lavoro e la pulizia degli stessi, in tutto: 52386,73 euro! Si precisa che il Comune paga ad AVCPP anche le utenze ed i veterinari. Al contrario i canili privati convenzionati devono provvedere autonomamente al pagamento d questi servizi. L’Associazione ha complessivamente introitato nel periodo 2005-2009 un ammontare pari a €15.850.000. Ma questo di AVCPP non è un caso isolato. Basta fare una rapida ricerca sul sito del Comune di Roma Capitale per accorgersi che, in tema di animali, per l’anno 2014 il Comune non ha previsto nemmeno un bando. Sono, infatti, tutte convenzioni e affidamenti diretti: cifre astronomiche: 9.389.295 di euro alle Associazioni e più del 57% dei fondi è in mano ad AVCPP. Nonostante di soldi se ne spendano e anche tanti, le strutture comunali non sono a norma.
Fior di milioni di euro vengono, infatti, erogati, per canili comunali che dovrebbero essere in realtà chiusi. Questo è quanto è emerso in seguito al ricorso al Tar presentato dall’Associazione Codici. Cosa dovrebbe fare, quindi il Comune? Per operare correttamente dovrebbe assumere direttamente la gestione dei canili e provvedere alla convenzione o al bando pubblico, ma solo dopo che questi siano messi in regola. Ma qualcosa sembrava muoversi. Il Comune di Roma ha pubblicato l’avviso per il reperimento di manifestazioni di interesse di organismi da convenzionare con Roma Capitale per la gestione dei canili. Un documento costituito da concetti ed elementi che facevano e fanno presupporre un approccio scarsamente trasparente e meritocratico. Il Comune restringe, anzitutto, la possibilità alle sole associazioni di volontariato animalista che negli anni precedenti abbiano svolto tale attività. Aprendo la manifestazione di interesse con modalità comparative solo a due o tre associazioni iscritte all’albo regionale, si eliminano gli altri potenziali competitor nazionali che, anche se iscritti ad altre Regioni, potrebbero comunque offrire il servizio ad un costo più basso e con servizi migliori per gli animali. Un requisito “particolare” su cui si potrebbero levare numerosi dubbi. Uno su tutti, si vogliono privilegiare, forse, i soliti noti? Quali sono, infatti, le Associazioni che nel corso degli anni hanno svolto attività volontaria (?) animalista? La risposta vien da sé… Si è espresso anche il Consiglio di Stato: non si può limitare la partecipazione al bando alle sole associazioni iscritte nell’albo regionale! Altra questione: a breve l’on. Monica Cirinnà dovrebbe firmare per riprendere al Campidoglio la sua attività di paladina degli animali come Garante dei diritti degli animali. Nota è la “vicinanza” di AVCPP a Monica Cirinnà. Quale terzietà e trasparenza può offrire un soggetto schierato a favore della solita Associazione? Nonostante i tentativi di dialogo con il Comune, a prevalere sono stati, finora, gli interessi di parte. Codici invia un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per danno erariale.
La Redazione
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