(MeridianaNotizie) Roma, 26 giugno 2014 – “Quando la donna si rivolge al medico di sua fiducia questi compie gli accertamenti sanitari necessari, nel rispetto della dignità e della libertà della donna.” E da ora la Regione Lazio si schiera a favore della donna e della legge 194 approvata da un referendum del 1978.
Nessun medico che opera nel Lazio potrà infatti d’ora in poi rifiutarsi di prescrivere contraccettivi, pillola del giorno dopo e spirali. Perché come spiega il governatore regionale Nicola Zingaretti “l’obiezione di coscienza riguarda soltanto l’atto tecnico dell’interruzione volontaria di gravidanza, ma non il prima o il dopo l’intervento”.In effetti il Lazio ha il record di obiezioni di coscienza da parte del personale sanitario(ginecologi, anestesisti e infermieri) e queste nuove linee guida dettate dal consiglio regionale potrebbero scatenare diverse polemiche.
Il decreto che le stabilisce chi lavora nei servizi territoriali deve prescrivere tutte le forme di contraccezione, e senza potersi appellare ad alcuno scudo “morale” nemmeno per la pillola del giorno dopo. il tutto ricordando i doveri sanitari nei confronti della legge 194. In merito all’esercizio dell’obiezione di coscienza, si ribadisce come questa riguardi l’attività degli operatori impegnati esclusivamente nel trattamento dell’interruzione volontaria di gravidanza. Il personale del consultorio familiare, non essendone coinvolto direttamente, bensì solo nell’attività di certificazione non potrà obiettare. In particolare i medici non potranno applicare l’obiezione di coscienza nella fase preliminare all’intervento, ovvero nel certificare lo stato di gravidanza e la richiesta della donna di poter abortire. Ma potranno continuare a farlo nel momento in cui venisse chiesto loro di eseguire materialmente l’intervento.
La Redazione
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