(MeridianaNotizie) Roma, 2 ottobre 2014 – All’alba di questa mattina, su disposizione del GIP, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di n. 2 dipendenti, Carmelo Di Bella e Carlo Fasetti, dell’A.M.A.P., la società che gestisce le acque pubbliche del capoluogo siciliano. I due sono finiti in manette a seguito delle indagini che hanno consentito di accertare come gli stessi avessero intascato i soldi del pagamento delle bollette, manomettendo il sistema informatico di controllo della società allo scopo di non far emergere i mancati introiti, ad oggi quantificati in circa 800.000 euro. L’operazione – denominata “Acqua in bocca” – ha preso le mosse dall’esposto inviato alla Procura della Repubblica proprio dai vertici dell’A.M.A.P., a seguito di un controllo interno che aveva fatto emergere alcune irregolarità.
In breve tempo il cerchio si è stretto intorno alla figura di Di Bella il quale, unitamente al suo diretto superiore, Fasetti, aveva allestito un semplice quanto efficace sistema di truffa che consisteva nell’accettazione di pagamenti in contanti da parte di alcuni utenti e nella contestuale emissione di quietanze di pagamento rivelatesi del tutto fasulle. Una volta incassato il denaro, i due funzionari infedeli procedevano ad alterare i dati nel sistema informatico al fine di occultare ogni traccia della truffa e far risultare come incassato il denaro che, in realtà, finiva regolarmente nelle loro tasche.
Tale modus operandi ha, di fatto, consentito di evitare la partenza di raccomandate di mancato pagamento verso i soggetti che avevano consegnato loro il denaro e, per altro verso, di far visualizzare agli utenti che avessero voluto procedere al controllo on line della propria posizione, la conferma dell’estinzione del proprio debito. Numerosi cittadini e amministratori di condominio hanno utilizzato tale sistema di pagamento poiché permetteva loro di eludere le interminabili code agli sportelli preposti, non sospettando, invece, che le somme di denaro incassate finissero per arricchire i due funzionari.
Alcuni dirigenti che avevano iniziato a rilevare anomalie nel sistema di pagamento sono stati vittime di alcuni incresciosi episodi intimidatori dallo stile tipicamente mafioso. In particolare, hanno ricevuto una testa di animale scuoiato, mazzi di fiori con biglietto di condoglianze o addirittura la visita di dipendenti di agenzie di pompe funebri, i quali, contattati da sedicenti parenti, si presentavano sotto casa dei funzionari perché convinti di dover organizzare un servizio funebre.
Servizio di Cristina Pantaleoni
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