(Meridiana Notizie) Roma, 7 aprile 2016 – Non è mai troppo tardi per prevenire un attacco cardiaco, anche per chi né è già stato colpito. A dirlo sono promotori della campagna educazionale “Amico del cuore – dopo l’infarto il colesterolo conta”. Perché è proprio il colesterolo, quello cattivo, a creare i maggiori problemi, come ci spiega Michele Gulizia, Presidente ANMCO. «Abbiamo deciso di promuovere, con il supporto di MSD, questo progetto educazionale per ricordare che i veri amici del cuore siamo noi stessi, che dobbiamo voler bene al cuore e prendercene cura, seguendo la dieta mediterranea e tenendo sotto controllo il colesterolo che “conta” sempre e in modo particolare dopo un infarto», afferma Michele Massimo Gulizia, Presidente ANMCO, Direttore U.O.C. di Cardiologia, Ospedale Garibaldi-Nesima Azienda Rilievo Nazionale e Alta Specializzazione “Garibaldi” di Catania. «In questo progetto il numero chiave è 70: non superare questo limite di colesterolo LDL riduce in maniera significativa il rischio di un secondo infarto e aiuta a tenere sotto controllo anche tutti gli altri fattori di rischio, dal momento che per ottenere questo obiettivo terapeutico c’è bisogno dei farmaci oltre che di una dieta particolarmente equilibrata e dell’attività fisica».
Ogni anno nel nostro Paese si registrano più di 135.000 eventi coronarici acuti, dei quali un terzo risultano fatali. E proprio le persone che hanno avuto un infarto corrono il forte rischio di svilupparne un secondo. Nei due anni successivi all’attacco, la probabilità di essere nuovamente ricoverati è superiore al 60% dei casi e il 30% di questi è dovuto ad una nuova sindrome coronarica acuta. «Nonostante la prognosi di questa patologia sia allo stato attuale relativamente benigna, se confrontata a quella di alcune decadi or sono, l’infarto impatta fortemente sotto il profilo sanitario per l’aspetto organizzativo della rete dell’emergenza-urgenza – dichiara Andrea Di Lenarda, Direttore S.C. Centro Cardiovascolare, Azienda Servizi Sanitari n° 1 Triestina di Trieste – e impatta anche sotto il profilo sociale, perché è comunque necessario ricondurre il paziente sopravvissuto a un infarto alla sua vita quotidiana e al lavoro attraverso la riabilitazione, le terapie e i controlli per abbassare il rischio cardiovascolare e di nuovi eventi coronarici acuti».
Allo scopo di coinvolgere il maggior numero di persone, sabato 16 aprile, in contemporanea in 14 città italiane collegate via satellite, il sito web www.amicodelcuore.it, un video e materiali educazionali distribuiti attraverso le UTIC e le cardiologie italiane informeranno i pazienti sull’importanza di cambiare il proprio stile di vita, controllare regolarmente i valori del colesterolo, assumere con costanza le terapie prescritte e, se non si riescono a raggiungere i target terapeutici, rivolgersi al medico che valuterà terapie alternative.
Il servizio di Diana Romersi