(MeridianaNotizie) – Roma, 15 marzo 2021 – Le forti mareggiate di questi giorni proseguono a determinare spiaggiamenti di delfini e tartarughe marine sulla costa laziale.
L’ultimo episodio è avvenuto, in queste ore, nella battigia di Ardea, dove è stato ritrovato un delfino adulto maschio senza vita, il precedente episodio era avvenuto lo scorso febbraio a Sabaudia. Per quanto riguarda le tartarughe marine, vi è purtroppo un record negativo dall’inizio del 2021, con più di un esemplare spiaggiato ogni due giorni, come riferisce TartaLazio. Una percentuale che supera ampiamente il totale dei ritrovamenti nell’intero semestre degli anni passati. Episodio positivo invece in queste ore con una tartaruga recuperata ancora viva nei pressi della spiaggia libera di Tor San Lorenzo e tratta in salvo.
E’ il commento di Piergiorgio Benvenuti e Cinzia Caruso, rispettivamente Presidente del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale e responsabile del Dipartimento Tutela e Difesa degli Animali dell’Associazione.
Ricordiamo ancora una volta –proseguono gli esponenti di Ecoitaliasolidale – che si stima nel 2050 una presenza maggiore di rifiuti che pesci in acqua e le tartarughe sono fra gli esemplari a maggior rischio, infatti sempre più frequentemente ingoiano la plastica scambiandola per meduse per sbaglio o per altre gustose prede. Ed oltre la plastica vi è un altro pericolo per la vita delle tartarughe, ami e reti abbandonate che causano il decesso.
Ogni anno nel Mediterraneo –ricordano Benvenuti e Caruso- sono oltre 130mila le tartarughe marine Caretta Caretta che rimangono vittime di catture accidentali da parte dei pescatori, con oltre 40mila casi di decesso.
In questi ultimi tempi si è affacciato un altro pericolo, l’abbandono delle mascherine che alla fine arrivano ad inquinare spiagge e mare. Se la stima è veritiera si utilizzano 129 miliardi a livello globale ogni mese, ovvero 3 milioni al minuto ed una piccola percentuale mal conferita fra i rifiuti potrebbe creare un effetto enorme sull’inquinamento dei mari.
Ricordiamo come le mascherine usa e getta sono sostanzialmente prodotte in plastica, quindi non rapidamente biodegradabili, quindi si frammentano in micro e nanoplastiche che si diffondono negli ecosistemi.
E’ necessario intervenire immediatamente per non far soffocare il mare dalla plastica e dagli inquinamenti e per la costa laziale chiediamo interventi tempestivi con risorse da destinare direttamente ai Comuni interessati. Inoltre invitiamo le Istituzioni a sensibilizzare maggiormente chiunque a non lasciare rifiuti ed oggetti di plastica in mare o sulle spiagge, invitando i pescatori ad evitare di abbandonare reti, ami e funi in mare. Procedere –concludono Benvenuti e Caruso – con una maggiore pulizia meccanica degli arenili, come evitare l’inquinamento luminoso dei lungomare che possa contribuire a disorientare pesci, le tartarughe, compresi i delfini.
(A cura di Raffaele Natalucci)