(Meridiananotizie) Roma, 6 febbraio 2012 – Tre le persone fermate dai carabinieri del comando Provinciale di Roma per l’omicidio di Salvatore Polcino, 52 anni, trovato carbonizzato lo scorso 27 gennaio in una buca, in un campo in località Borgo Santa Fumia, alla periferia sud della Capitale, dopo essere stato ucciso a colpi di pistola. Il pomeriggio del 26 gennaio i fermati lo avrebbero portato nel terreno agricolo con una scusa. La vittima, che li conosceva da tempo, si è fidato cadendo nella trappola. Ad ucciderlo diversi colpi d’arma da fuoco esplosi con due diverse pistole, poi i killer avrebbero fatto una buca con un escavatore per nasconderlo, ma a un tratto anche il mezzo ha preso fuoco e non ha più funzionato. Le indagini svolte dai carabinieri hanno consentito in un primo tempo di identificare i resti e poi di venire a capo del gravissimo fatto di sangue.
Tre le persone a cui i militari del Nucleo Investigativo di Frascati, in collaborazione con quelli della Compagnia di Pomezia, hanno notificato un decreto di fermo emesso dai Pubblici Ministeri Pierfilippo Laviani e Fabio Santoni della Procura della Repubblica di Roma. A parlarcene il Comandante della Compagnia di Frascati Rosario Castello. Nell’ambito delle incessanti ed articolate investigazioni, sono state anche rinvenute numerose armi in uso ai malviventi, in particolare due pistole e quattro fucili, tutte sottoposte alle verifiche degli organi tecnici dell’Arma. I fermati sono un 21enne di Ardea e altri due pluripregiudicati originari della Calabria e della Sicilia, ma di fatto dimoranti nel comune di Lanuvio, che sono ora ristretti presso i carceri di Regina Coeli e Velletri. I motivi dell’efferato delitto sarebbero da ricondurre ad un regolamento di conti per droga.
Il servizio di Laura Bolasco
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