(Meridiananotizie) Roma, 17 febbraio 2012 – Così com’è, il secondo decreto di Roma capitale, attualmente in discussione in commissione Bicamerale, è «una montagna che ha partorito un topolino», «un provvedimento senza sostanza in cui mancano le clausole necessarie a rendere Roma in grado di gestire al meglio i servizi di prossimità». Insomma, la riforma «deve essere rafforzata o tanto meglio farla decadere». Ne è convinto il gruppo capitolino del Pd, che oggi ha tenuto una conferenza alla sede dei gruppi consiliari per presentare una lista di proposte di integrazione al decreto di Roma capitale. Tra le richieste illustrate nel corso dell’incontro al quale erano presenti il deputato Marco Causi e il capogruppo in Campidoglio Umberto Marroni, il Pd chiede che il decreto specifichi le maggiori risorse da traferire a Roma capitale in virtù dei nuovi poteri conferiti col decreto che «non entra nel merito della quantificazione dei costi per la funzione di Roma capitale».
Tra le altre integrazioni per il secondo decreto di Roma capitale, il Pd propone di esonerare i fondi di Roma capitale dal Patto di stabilità, di prevedere finanziamenti diretti dallo stato a Roma, di inserire la capitale nel circuito della programmazione degli investimenti pubblici di rilevanza nazionale, di devolvere alla città alcuni beni patrimoniali, come le ferrovie regionali concesse e le caserme. Proposta anche una «clausola di salvaguardia» che preveda, nel caso in cui la Regione non emani una legge regionale con cui traferire poteri a Roma capitale entro 90 giorni, un potere sostitutivo da parte dello stato.
«Vogliamo evitare – ha detto Marroni – che anche questa riforma finisca nel nulla, come tante iniziative di Alemanno e chiediamo alla maggioranza del sindaco di sostenere queste proposte mettendo da parte la propaganda». Nel merito, Causi, che ieri ha partecipato all’audizione della commissione bicamerale su Roma capitale alla quale era presente anche il sindaco Gianni Alemanno, ha detto: «Ho notato un cambiamento del sindaco che fino a ieri aveva sostenuto che il decreto era quanto di meglio Roma potesse ottenere, ieri invece ha cambiato linea, ha detto che il decreto è insufficiente e modesto, ha fatto appello a rafforzarlo in Parlamento, e ha detto che convivide le nostre proposte». «Speriamo – ha concluso il consigliere comunale Athos De Luca (Pd) – che la maggioranza in Campidoglio voglia davvero condividere queste proposte e non si accontenti di portare a casa un decreto che per ora è un mero pezzo di carta». Tra i presenti anche il segretario romano del Pd, Marco Miccoli.
Il servizio di Leonardo Cerquiglini
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