(Meridianotizie) Roma, 25 settembre 2012 – “Dimissioni irrevocabili”. Il presidente Renata Polverini lascia la guida della Regione dopo lo scandalo che ha travolto il consiglio regionale. La sua presidenza si chiude all’insegna della polemica e della sfida. La governatrice punta il dito contro i “malfattori”, i “vili” del consiglio. Salva i vertici dell’Udc, del Pdl, de La Destra ma promette battaglia nei prossimi giorni e avverte l’opposizione: le ostriche non viaggiavano solo con il Pdl, anche se l’intera vicenda, dice, può farsi risalire “a una questione interna al Pdl, partito che non consegnò le liste dando vita a un dibattito allucinante”.
La presidente della regione Lazio se ne va, come dice, “con la coscienza pulita e a testa alta” anche se sottolinea: “Volevano scaricare tutte le colpe su una giunta che ha lavorato bene, allora li mando a casa io”. Polverini rimprovera l’opposizione di non aver rassegnato le dimissioni annunciate. Ma se la prende anche con gli esponenti della maggioranza al centro dello scandalo che ha travolto il consiglio regionale. “Io con questi malfattori – afferma – non voglio avere nulla a che fare”. “Hanno fatto cose raccapriccianti cose che i cittadini non potranno mai capire”. Per Francesco Storace le dimissioni della Polverini sono state determinate da una propaganda oscena. “Non si poteva andare più avanti perché non c’era più quella serenità per governare una regione”, ha sottolineato il vicepresidente della Regione Lazio Luciano Ciocchetti.
Intanto al Palazzo di Giustizia di Piazzale Clodio i magistrati e gli investigatori del Nucleo di polizia valutaria proseguono l’esame della documentazione depositata da Franco Fiorito. Fra i documenti finiti nel mirino dell’aggiunto Alberto Caperna e del pubblico ministero Alberto Pioletti ci sono anche le fatture con le quali è stato possibile attingere ai fondi regionali a disposizione del Pdl e che sono stati liquidati. I magistrati intendono verificare attraverso la loro analisi se le fatture consegnate dall’ex capogruppo del Pdl siano “genuine”. E’ la stessa verifica che sta facendo la Procura della Repubblica di Viterbo che oggi ha ascoltato come testimone indagato in reato connesso Fiorito.
Il servizio di Mariacristina Massaro
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