(Meridiananotizie) Roma, 7 dicembre 2012 – “Salviamo il centro storico dalle liberalizzazioni” questo il nome della delibera di iniziativa consiliare e di indirizzo all’assemblea capitolina, presentata al primo municipio di Roma da parte di Augusto Caratelli, per la tutela e la riqualificazione del commercio e dell’artigianato nei rioni storici e di particolare pregio come l’Esquilino, Trevi, Testaccio, Trastevere.
Il tentativo è quello di tutelare luoghi specifici caratterizzati da particolari tessuti insediativi, e soprattutto fermare la diffusione dell’acquisto di negozi da parte della comunità cinese che, a detta del consigliere, invadono il commercio capitolino e danneggiano il mercato romano. “Con il decreto Salvaitalia del governo Monti del gennaio 2012 si liberalizza la parte che riguarda il commercio e l’artigianato, ciò significa che i nostri uffici non rilasceranno più le autorizzazioni, in questo modo il centro storico sarebbe sotto l’attacco di qualsiasi investimento anche di dubbia provenienza”. Spiega Augusto Caratelli. Maria Vincenza Pincelli, del consiglio direttivo della Laogai fondation, illustra la situazione dei lavoratori cinesi, che producono le merci in campi di concentramento a condizioni lavorative disumane. La sua lotta si unisce a quella di Caratelli con lo scopo di fermare la diffusione di merci prodotte in modo illegale e impedire l’acquisto da parte della comunità cinese di locali in cui vengono venduti tali prodotti.
Maurizio Forliti, vice presidente della commissione commercio al primo municipio e presidente della consulta sul commercio, esprime le sue perplessità su una delibera che a suo dire necessità di modifiche specialmente a livello della protezione della qualità dei prodotti made in italy. La discussione in merito alla proposta è stata lunga e travagliata; gli esponenti del Pd sostenevano che fosse una delibera che applicasse le norme in vigore del quartiere Esquilino indiscriminatamente a tutti le altre zone del centro della Capitale, ostacolando così la sana vita commerciale e artigianale di Roma. A chiusura della riunione del consiglio, la delibera non è stata approvata a causa della mancanza del numero legale. Verrà forse riproposta la prossima settimana in attesa del parere della Confcommercio e della Confesercenti.
Il servizio di Luisa Deiola
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