(Meridiananotizie) Roma, 30 gennaio 2013 – Riassetto idrogeologico, riduzione del consumo di suolo, riqualificazione urbana, efficienza energetica, energie rinnovabili, prevenzione sismica, infrastrutture. Sette idee per uscire dalla crisi dell’edilizia. Così la Fillea Cgil presenta le sue proposte per rilanciare il settore delle costruzioni in Italia, durante l’evento “We Want Work”, organizzato alla Casa dell’Architettura.
Per invertire questa tendenza – ha spiegato Walter Schiavella, segretario generale Fillea Cgil – è necessaria una nuova politica di sviluppo che metta al centro il lavoro. Serve un nuovo modello di sviluppo, basato sulla sostenibilità, qualità e sulla prevenzione del rischio sismico e idrogeologico.
Dal 2009 nelle costruzioni a perdere il lavoro 120 mila persone l’anno in Italia e a fallire 60 mila imprese. Questo secondo i dati forniti dalla Fillea, segnando così un record negativo storico per il settore, che vede nero da 20 trimestri consecutivi. Tra il 2008 ed il 2010 il crollo del fatturato complessivo è stato di oltre il 16%.
A partecipare all’evento Paolo Buzzetti, presidente Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili).
Una soluzione, secondo la Cgil, potrebbe esserci controllando la corretta applicazione delle norme sulla sicurezza del lavoro, introducendo la tracciabilità dei pagamenti a 300 euro, approvando una normativa sulla qualificazione delle imprese, contrastando la crescita dell’illegalità e dell’irregolarità ed estendendo la responsabilità penale anche alle imprese che utilizzano manodopera illegale.
Il servizio di Teresa Ciliberto
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