(Meridiananotizie) Roma, 03 aprile 2013 – Da fuori appariva un impeccabile ed organizzato centro di servizi che dava la possibilita’ a tanti giovani neodiplomati e casalinghe di poter lavorare dignitosamente. Era invece uno dei tanti call center, riconducibile ad una societa’ con sede nella capitale, in cui erano occupati 124 lavoratori “in nero” e 111 “irregolari”. A scoprirlo i finanzieri del comando provinciale di Roma che, dopo diverse segnalazioni, hanno fatto irruzione nei locali del call center dei “castelli romani”, da cui partivano le chiamate telefoniche in tutta Italia anche per conto di affermate imprese nazionali. L’ispezione ha rivelato l’ennesimo caso di sfruttamento di giovani: alcuni lavoratori erano convinti di essere stati assunti mentre altri erano stati costretti a concludere un contratto “a progetto” ma erano in realta’ assoggettati ai vincoli di subordinazione tipici di un contratto di lavoro dipendente con il rispetto di un orario di lavoro prestabilito ed alle dipendenze di un preposto con potere disciplinare.
Le fiamme gialle del gruppo di frascati, nel corso della verifica fiscale avviata subito dopo il primo accesso, hanno anche appurato l’omesso versamento dell’iva risultante dalla dichiarazione annuale per un importo pari a oltre mezzo milione di euro, oltre che di ritenute fiscali per circa 200 mila euro. La societa’, grazie ai mancati versamenti delle imposte e dei contributivi previdenziali ed assistenziali, era riuscita a conquistare un posizionamento di tutto rispetto sul mercato, sbaragliando la concorrenza degli altri operatori del settore, quelli regolari. I due amministratori della societa’ sono stati denunciati alla procura della repubblica di roma, per i reati di dichiarazione fraudolenta e di omesso versamento di ritenute certificate e di imposte, e dovranno rispondere della maxi sanzione di 1.500 euro per ogni lavoratore “in nero” alle dipendenze.
Il servizio di Giulia Taccioli
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