(Meridiananotizie) Roma, 06 maggio 2013 – Scompare oggi all’età di 94 anni l’inossidabile Giulio Andreotti. Il senatore a vita si è spento alle 12 e 25 nella sua abitazione romana. Romano, classe 1919, è politico, scrittore e giornalista italiano. È stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana, protagonista della vita politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo, 16esimo, 19esimo e 28esimoPresidente del Consiglio dei Ministri ricoprendo otto volte il ruolo di ministro della difesa, cinque quello di ministro degli esteri, delle Finanze, del Bilancio, dell’Industria, del tesoro e dell’interno a soli 34 anni, dei beni culturali e delle Politiche comunitarie. È sempre stato presente dal 1945 in poi nelle assemblee legislative italiane. “A parte le guerre puniche – scherzava- , mi viene attribuito veramente tutto. Con la sua morte si chiude una delle più ampie fasi della storia italiana, testimone della firma della nostra Costituzione, grazie a De Gasperi infatti entr a far parte della costituente nel 1945, lascia il ricordo di uno stile politico educato, impegnato, fatto di vocazione e modi di fare all’antica, di quelli che non esistono più.
Enzo Biagi ha scritto di lui: « Non credo che nessuno lo abbia mai sentito gridare, né visto in preda all’agitazione. «Una cara zia» confida «mi ha insegnato a guardare alle vicende con un po’ di distacco.» […] Legge romanzi gialli, è tifoso della Roma, e si compera l’abbonamento, frequenta le corse dei cavalli, è capace di passare un pomeriggio giocando a carte, e l’attrice che preferiva, in gioventù, era la bionda Carole Lombard, colleziona campanelli e francobolli del 1870 […] Padre di quattro figli, ha la fortuna che la sua prole tende a non farsi notare. E neppure la signora Livia, la moglie, di cui non si celebrano né gli abiti né le iniziative.” Sul proprio carattere, Andreotti ha rivelato: «Non ho un temperamento avventuroso e giudico pericolose le improvvisazioni emotive. […] Lavorare molto m’è sempre piaciuto. È una… utile deformazione». È di Indro Montanelli una delle descrizioni più ironiche: «Mi faccio una colpa di provare simpatia per Andreotti. È il più spiritoso di tutti. Mi diverte il suo cinismo, che è un cinismo vero, una particolare filosofia con la quale è nato»; «è distaccato, freddo, guardingo, ha sangue di ghiaccio. […] È autenticamente colto, cioè di quelli che non credono che la cultura sia cominciata con la sociologia e finisca lì».
Il servizio di Cristina Pantaleoni
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