(Meridiananotizie) Roma, 21 giugno 2013 – Sono una decina le persone arrestate e numerose le perquisizioni, tra le province di Roma e Perugia, durante una vasta operazione della Squadra Mobile romana per smantellare un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Circa un centinaio gli agenti della polizia impiegati. Gli arrestati, che gravitavano tra la capitale, il litorale romano e uno nella provincia di Perugia, avevano costituito una organizzazione che importava lo stupefacente dall’estero per poi spacciarlo al minuto sulla piazza della capitale. Numerosi i sequestri operati nel corso delle indagini, il più ingente dei quali il 31 maggio dello scorso anno, quando in un residence in Prati furono trovati circa 6 chili di cocaina occultata in alcuni quadri e souvenir peruviani, nascosta in interstizi ricavati nelle tavole di legno che li componevano. In quell’occasione furono arrestati un italiano e un cittadino peruviano; quest’ultimo aveva trasportato lo stupefacente dal Perù in Italia e, all’atto dell’arresto, stava operando il recupero della sostanza illecita. Le ulteriori indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, hanno permesso di ricostruire la vasta rete di spaccio che operava nella capitale.
Gli arresti sono scaturiti dalle indagini della Squadra Mobile sull’omicidio di Flavio Simmi, il 33enne ucciso nel luglio 2011 in strada nel quartiere Prati. Uno dei delitti che hanno fatto scalpore nella capitale negli ultimi anni. Le indagini erano state estese, tra l’altro, anche alla cerchia di amicizie di Simmi. In manette sarebbero finiti alcuni conoscenti del giovane: alcune delle persone che, in passato, avevano rapporti di amicizia con Simmi, spacciavano droga. Tra le persone arrestate dalla squadra Mobile di Roma anche un poliziotto che avrebbe fornito supporto organizzativo e logistico all’organizzazione. Una delle persone arrestate trasportava la droga ingerendo ovuli contenenti stupefacente e viaggiava in aereo, dall’aeroporto di Santo Domingo a quello di Verona, con i figli piccoli, per destare meno sospetti. Dell’organizzazione faceva parte anche un tassista, che vendeva droga sperando di eludere i controlli grazie al suo lavoro.
Servizio di Francesca Ferrajolo
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