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(MeridianaNotizie) Roma, 2 luglio 2013 – Oggi le aziende italiane scontano un forte gap competitivo con le realtà straniere, una bolletta elettrica più cara di un terzo rispetto agli altri paesi europei. Nel 2013 la domanda energetica nazionale è destinata a scendere ancora. Un calo che potrebbe raggiungere il meno 5,1%. Queste è quanto emerge dallo studio “Il costo dell’energia. Vincoli allo sviluppo e alla competitività”, realizzato da Federmanager Roma e dall’Associazione Italiana degli Economisti dell’energia.
Secondo Nicola Tosto, presidente Federmanager Roma è importante rimodulare la fiscalità a carico dei consumi energetici per usi produttivi (energia elettrica e gasolio per trazione), avviare un processo di razionalizzazione degli impianti di produzione in un’ottica di armonizzazione nella distribuzione fra energia elettrica da fonti rinnovabili ed energia elettrica da fonte termica e impostare una nuova diversificazione delle fonti energetiche e delle basi di approvvigionamento. L’Italia paga un prezzo superiore del 30-35% a quello dei principali Paesi concorrenti – ha sottolineato Edgardo Curcio, Presidente Fondazione Energia di AIEE – uno squilibrio dovuto sia al mix delle fonti utilizzate per la produzione, sia al carico fiscale e parafiscale che, negli anni, è costantemente cresciuto.
Il servizio di Teresa Ciliberto
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