L’Agis Lazio: “la questione Valle è in totale contrasto con tutto il sistema teatrale cittadino, che si muove negli ambiti della legalità, sia per quanto
riguarda le norme di sicurezza per i luoghi di pubblico spettacolo, che i pagamenti relativi ai contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi, alla Siae e alle utenze”
(MeridianaNotizie) Roma, 20 settembre 2013 – Si accende lo scontro tra la Siae e il Teatro Valle; secondo quanto riportato da Il Messaggero la società che tutela il diritto d’autore denuncia di non aver ricevuto nessun pagamento per le serate di spettacolo organizzate nei due anni di occupazione del teatro. Secondo l’Agis Lazio che rende note le sue motivazioni attraverso una nota: “l’associazione generale italiana dello spettacolo, che rappresenta più di 150 imprese tra esercizi e produzioni del mondo dello spettacolo dal vivo, ha sempre denunciato la situazione di illegalità e di alterazione della concorrenza che si venuta a creare da quando lo storico Teatro Valle è stato occupato, prendiamo atto del passaggio istituzionale che gli occupanti hanno compiuto ieri con la creazione della Fondazione del Teatro Valle bene comune, ponendo da oggi una nuova vertenza di cui l’amministrazione capitolina in qualche modo è chiamata a rispondere. Il passaggio da occupanti a fondatori di un ente, non legittima la presenza in uno spazio che è patrimonio pubblico e che deve essere restituita alla cittadinanza. Dai primissimi giorni dell’occupazione – prosegue la nota – l’Agis Lazio chiese a gran voce, denunciando la situazione di illegalità in tutte le sedi Istituzionali, che fosse previsto un bando pubblico per l’assegnazione del Teatro Valle, così come per i teatri di cintura, sostenendo che questo avrebbe garantito trasparenza e merito. Purtroppo la situazione dell’occupazione, ha trovato terreno fertile da parte di un amministrazione che si è dimostrata incapace di prendere una decisione, a differenza di quanto dichiara oggi l’On. Giro. I costi di questa indecisione pubblicati su Il Messaggero, e parliamo di denaro pubblico, superano il milione di euro, sono dati che fanno raggelare il sangue a tutti gli operatori che con enorme difficoltà conducono quotidianamente una vera e propria battaglia per continuare a fare teatro.
La questione Valle è in totale contrasto con tutto il sistema teatrale cittadino, che si muove negli ambiti della legalità, sia per quanto riguarda le norme di sicurezza per i luoghi di pubblico spettacolo, che i pagamenti relativi ai contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi, alla Siae e alle utenze. Per questo accogliamo in maniera molto positiva le parole dell’assessore Flavia Barca che dimostra di aver ben presente che i confini del ‘bene comune’ non possono essere autodefiniti, e ricorda che ‘la creazione della Fondazione Teatro Valle Bene Comune non è sufficiente a ristabilire una legalità e che è indispensabile intervenire per sanare le condizioni di degrado in cui versa il teatro’. La nostra non è una battaglia contro, ma a favore di chi quotidianamente opera faticosamente nel rispetto delle regole. Auspichiamo che sul teatro Valle, si possa prevedere al più presto la pubblicazione di un bando europeo per la sua gestione, mettendo in sana concorrenza tutti coloro che si ritengono in grado di rispondere alle esigenza di carattere artistico ed economico Solo così sarà possibile ristabilire una gestione rispettosa del pluralismo culturale e dei criteri di economicità e di trasparenza che un’amministrazione pubblica deve garantire a tutela del ‘bene comune’ “. Gli occupanti, dal canto loro – si legge – sostengono che “gli artisti che hanno attraversato in più di due anni il Valle sposano la nostra posizione di protesta rispetto alla Siae e a tutti i monopoli sulla conoscenza, considerati illegittimi se non illegali come indicato dalle direttive europee”.
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