(MeridianaNotizie) Roma, 3 settembre 2013 – Prendersi cura di qualcosa, per non rovinare la propria esistenza. E’ questo il messaggio conclusivo del progetto “Ricomincio dal Bio”, organizzato dal dipartimento della giustizia minorile del ministero in collaborazione con l’Aiab l’associazione italiana dell’agricoltura biologica, che ha visto i minorenni sottoposti a misure penali impegnati nella realizzazione degli orti sociali.
L’iniziativa, durata un anno dal settembre dello scorso anno al mese in corso, ha coinvolto 70 ragazzi detenuti degli istituti penitenziali di Palermo, Roma, Pontremoli, l’Aquila, Airola e la comunità Borgo Amigò di Roma. Il lavoro in agricoltura, per le sue caratteristiche di flessibilità e multifunzionalità e per il rapporto che implica con l’ambiente ha rivelato un alto potere di auto responsabilizzazione: prendersi cura delle piante e animali aiuta infatti a prendersi cura di se, come spiegano Anna Ciaperoni dell’Aiab, e Donatella Caponetti direttore del centro per la giustizia minorile del Lazio.
“Sicuramente il carcere non può essere la risposta definitiva per nessuno” spiega Mariateresa Spagnoletti giudice del tribunale per i minorenni di Roma. Il progetto ha coinvolto oltre ai ragazzi, le aziende agricole e i volontari per favorire lo scambio dei ragazzi con l’ambiente esterno. Il progetto si propone di costruire ponti tra gli istituti e il mondo esterno per evitare che i ragazzi rimangano in una realtà chiusa e scollata dalla società. Il passo successivo per l’Aiab sarà dunque quello di facilitare l’inserimento lavorativo di alcuni ragazzi formati in aziende agricole e florovivaiste, anche attraverso tirocini formativi e borse lavoro.
Il servizio di Luisa Deiola
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