La bimba potrebbe essere morta a causa di un sondino troppo grande che le ha reciso una vena
(MeridianaNotizie) Roma, 16 settembre 2013 – “Se non sono capaci bisogna avere la forza, il coraggio e la consapevolezza di fermarli finché siamo in tempo, perché se diventano cattivi medici ammazzano, scannano”. Nell’omelia di Don Enzo Romano, il parroco di Gela che ha celebrato i funerali di Gloria Ascia la bambina di due anni morta mercoledì scorso nel Policlinico Tor Vergata a Roma, si avverte tutta la rabbia e la disperazione per una morte che forse poteva essere evitata. Errore umano dunque e non solo volontà divina. La bimba è deceduta per le complicanze di un intervento chirurgico che prevedeva l’applicazione di un catetere venoso propedeutico al trapianto di midollo osseo. Una folla commossa che ha riempito anche il sagrato della Chiesa di San Rocco ha preso parte ai funerali. La salma è giunta in corteo in una piccola bara bianca portata in spalla e preceduta da palloncini bianchi e rosa e da un maxi striscione con la foto della bimba e un saluto dei familiari: ”Ci mancherai ma il tuo ricordo ci darà la forza di affrontare con sorriso la vita proprio come hai fatto: sei il nostro angelo”. Dietro il feretro il papà con il figlio di quattro anni che avrebbe dovuto donare il midollo osseo alla sorellina e la mamma incinta al quinto mese di gravidanza che si è inginocchiata davanti alla bara della figlia, piangendo e baciandola ripetutamente.
Sono sette tra medici e infermieri gli indagati dalla magistratura dopo le denunce. Si entra in una fase cruciale per spiegare la morte di una bambina di due anni e mezzo durante un intervento preparatorio a un trapianto di midollo osseo per curare l’anemia falciforme, una grave malattia del sangue. I magistrati della procura di Roma affideranno a un esperto la perizia sul catetere usato nell’operazione. Secondo i primi risultati dell’autopsia, la bimba potrebbe essere morta a causa di un sondino troppo grande che le ha reciso una vena, riempiendo il polmone destro di sangue e provocando un arresto cardiaco. Il primario dell’Unità anestesiologica di Tor Vergata, il professor Mario Dauri, ha negato con decisione che sia stato scambiato il catetere. Il padre della bambina ha invece raccontato di aver appreso proprio dal personale dell’ospedale, una volta arrivato dalla Sicilia, che era stato usato un sondino inadatto. Domani sarà consegnata alla Regione Lazio e al ministero della Salute una prima relazione frutto dell’inchiesta interna del Policlinico. Una ventina le persone sentite, ma sarebbero solo quattro quelle suscettibili di provvedimenti disciplinari – secondo quanto emerso -, meno quindi dei sanitari indagati dalla magistratura. Un’altra indagine è affidata agli esperti della Regione. A tutti i livelli si dovrà stabilire se Gloria è morta per imperizia, impreparazione e trascuratezza – anche nella fase post operatoria – o per una complicanza da mettere in conto in questo tipo di interventi.
Il Codacons intanto spara a zero sulla precedente giunta regionale guidata da Renata Polverini, responsabile secondo il presidente dell’associazione Carlo Rienzi “di pesanti tagli alla sanità”. “Sarebbe necessario che la procura accerti – sottolinea Rienzi – eventuali legami tra la morte della bimba, che potrebbe essere legata alla scelta di un catetere troppo grande che avrebbe reciso una vena, e i tagli alla sanità realizzati dalla precedente giunta regionale guidata dalla Polverini”. Una circostanza su cui vuole vederci chiaro anche il legale della famiglia Ascia. Tuttavia per l’avvocato Di Fede i tagli alla sanità non costituirebbero una giustificazione per l’operato dei medici: “se il catetere era più grande rispetto all’esigenza della bimba semplicemente i dottori non dovevano inserirglielo”. “La famiglia chiede che sia fatta giustizia – precisa il sindaco di Gela, Angelo Fasulo, che per il giorno del funerale ha proclamato il lutto cittadino – Siamo vicini alla famiglia che sta attraversando un grande dolore”.
Il servizio di Luisa Deiola
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