Nel 2012 si è registrato un calo del 24% rispetto al 2011. In aumento invece rispetto allo scorso anno il numero delle
vittime di incidenti sul luogo di lavoro: 4 da gennaio a oggi
(MeridianaNotizie) Roma, 16 settembre 2013 – Da 58 mila casi nel 2008 a 46 mila nel 2012: diminuiscono di quasi il 30% gli infortuni sul lavoro nel Lazio. Nel 2012 si è registrato un calo del 24% rispetto al 2011. In aumento invece rispetto allo scorso anno il numero delle vittime di incidenti sul luogo di lavoro: 4 da gennaio a oggi (55 a livello nazionale). Cifra alla quale si aggiungono i due operai laziali morti pochi giorni fa nell’esplosione del silos di Lamezia Terme. “Dati che ci portano a fare due riflessioni – commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Pierpaolo Bombardieri – innanzitutto la diminuzione degli infortuni è direttamente proporzionale all’aumento del tasso di disoccupazione che, con il suo 12,8% nel Lazio, ha raggiunto quest’anno livelli record.
Disoccupazione che sta colpendo prevalentemente i settori dell’edilizia e dell’artigianato, da sempre i più a rischio a livello di sicurezza. Dall’altro lato, bisogna considerare che la crisi sta favorendo il ricorso al lavoro nero e sommerso, dove le norme sulla sicurezza trovano di raro applicazione. Pertanto il tema sulla sicurezza rimane un’emergenza da affrontare al più presto e in maniera congiunta: sindacati, istituzioni e categorie imprenditoriali”. Basti pensare che l’83,2% delle aziende edili del Lazio e il 54,1% dei lavoratori non sono iscritti alle Casse edili e che dal 2008 al 2012 nel settore delle costruzioni nel Lazio sono andati perduti quasi 40.000 posti di lavoro. A ciò si aggiunge che oltre il 40% delle aziende del Lazio, soprattutto a conduzione famigliare, sfrutta il lavoro irregolare.
Un primo aiuto al contrasto del fenomeno può venire dai rappresentanti territoriali, nati in ambito sindacale in quelle imprese che non necessitano di rappresentante sindacale, perché hanno un numero di dipendenti inferiore a 15. Attualmente sono 12 nel Lazio: 6 nel settore edile (3 a Roma e 3 nel resto della regione) e 6 in quello dell’artigianato (di cui 2 a Roma). Dall’inizio del 2012 a oggi sono state oltre 300 le aziende artigianali sottoposte al controllo dei rappresentanti territoriali che, in situazioni di pericolo o minacce alla sicurezza, hanno l’obbligo di redigere un verbale ed effettuare una seconda verifica a distanza di un mese. In caso di recidività, viene inoltrata una segnalazione all’ispettorato del lavoro e alla Asl di competenza. “Il rappresentante territoriale – commenta il segretario della Uil regionale, Agostino Calcagno – sicuramente non è una soluzione, ma contribuisce a infondere maggiore tranquillità al lavoratore e soprattutto ad arginare sistemi diffusi di negligenza che spesso degenerano nella vera e propria illegalità”.
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