La Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” affermava, in due lettere datate 18 gennaio 2003 e 5 settembre 2005, che i fedeli, che assistono alle Messe della Fraternità sacerdotale San Pio X, non sono scomunicati, come non lo sono nemmeno i sacerdoti che celebrano, che invece sono sospesi.
(MeridianaNotizie) Roma, 15 ottobre 2013 – Chi sono i lefebvriani? La Fraternità sacerdotale San Pio X (in lingua latina: Fraternitas sacerdotalis Sancti Pii X, FSSPX) fu fondata il 1º novembre 1970 a Friburgo dal vescovo Marcel Lefebvre con l’accordo e l’approvazione di François Charrière, allora vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo, con un seminario a Ecône in Svizzera, dove accolse giovani cattolici di diverse nazioni. Il movimento, nato per contrasto con i risultati del Concilio vaticano II, raccoglie oggi i continuatori delle idee del vescovo francese: i fedeli di Ecône desiderano conservare la messa tridentina (Nella liturgia cattolica, la messa tridentina designa la forma del rito romano celebrata secondo i canoni del Concilio di Trento, la quale fu mantenuta universalmente (e sia pure con aggiustamenti) fino alla riforma liturgica promulgata da papa Paolo VI nel 1969. Attualmente, la messa tridentina è definita dalla Chiesa «forma extraordinaria del rito romano», volendo in tal modo indicare che, se da una parte non è più considerata la forma ordinaria o “normale”, dall’altra non è reputata un rito distinto, ma solamente una «diversa forma del medesimo rito». Viene anche chiamata comunemente “rito antico”, “rito tradizionale”, “messa romana classica” o “Messa di san Pio V”. È detta anche “messa in latino”) e si oppongono all’ecumenismo e al dialogo interreligioso. La FSSPX è una società di vita comune senza voti sull’esempio delle Società delle Missioni Estere. Essa è composta da sacerdoti ma anche da fratelli e da religiose. È diretta da un superiore generale, aiutato da due assistenti e da un economo generale. Coloro che aderiscono alla Fraternità San Pio X vengono comunemente chiamati lefebvriani (o meglio, con forma anche graficamente adattata all’italiano, lefevriani, dal cognome del fondatore della comunità. La Fraternità è attualmente guidata da Bernard Fellay, svizzero, uno dei quattro sacerdoti ordinati vescovi da Lefebvre nel 1988 a cui il 21 gennaio 2009 è stata revocata la scomunica.
La posizione canonica della fraternità – La Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” affermava, in due lettere datate 18 gennaio 2003 e 5 settembre 2005, che i fedeli, che assistono alle Messe della Fraternità sacerdotale San Pio X, non sono scomunicati, come non lo sono nemmeno i sacerdoti che celebrano, che invece sono sospesi. I fedeli possono assolvere all’obbligo domenicale assistendo ad una messa celebrata da un prete della Fraternità sacerdotale San Pio X e contribuire alla questua, non commettono peccato coloro che prendono parte ad atti ecclesiali lefebvriani senza condividere lo spirito scismatico del movimento.
Il 2 luglio 2009 papa Benedetto XVI torna sulla questione della posizione canonica della Fraternità, con il motu proprio Ecclesiae unitatem: dopo aver ricostruito il processo di parziale riavvicinamento, il pontefice sostiene che «le questioni dottrinali, ovviamente, rimangono e, finché non saranno chiarite, la Fraternità non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero».
La Fraternità è ritenuta dall’Anti-Defamation League un’organizzazione antisemita i cui rappresentanti, in sermoni, scritti, siti web e altre pubblicazioni, accusano gli ebrei contemporanei di deicidio, ritengono autentici i Protocolli dei Savi di Sion e credibile l’accusa del sangue. La Fraternità sarebbe attiva nella propaganda antisemita sia sotto il profilo degli insegnamenti teologici sia attraverso la diffusione di teorie cospiratorie antisemite.
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