La giunta capitolina messo in atto una delibera per superare la logica dei residence, che prevede la progressiva chiusura dello stabile a favore di un’assistenza di tipo economico fino al conseguimento dell’assegnazione di case popolari 
(MeridianaNotizie) Roma, 15 ottobre 2013 – Sono tanti e sono arrabbiati, anzi disperati. I residenti di Castrense hanno messo in atto un-sit nello stabile di via Caltagirone 6, occupato da settimane a seguito della delibera che la giunta di Roma Capitale ha promosso per superare la logica dei residence, che prevede la progressiva chiusura dello stabile a favore di un’assistenza di tipo economico fino al conseguimento dell’assegnazione di case popolari. Una soluzione a cui le oltre 60 famiglie di residenti di Castrense si oppongono con forza, non confidando affatto nella possibilità reale di entrare in graduatoria per l’edilizia popolare in un futuro immediato. La delibera capitolina è per altro arrivata in concomitanza con la scadenza del contratto di locazione del residence in questione, il che ha portato la proprietà dello stabile a rispondere con la richiesta di sfratto per i residenti. “Questa delibera è aberrante perché tenta di superare una speculazione favorendo gli speculatori stessi. Questo sindaco, che ha fatto della legalità il cavallo di battaglia della sua campagna elettorale, ci ha di fatto costretto ad una situazione di illegalità portandoci ad essere occupanti di uno stabile in attesa di sfratto” spiega Daniela, fra i coordinatori del movimento di lotta di Castrense.
“I soldi pubblici che vengono tolti ai costruttori del privato attraverso questa revisione del piano di emergenza abitativa, vengono dagli stessi recuperati attraverso la monetizzazione del nostro diritto ad avere una casa”. E prosegue “Noi abbiamo mille soluzioni che potremmo proporre a questa giunta, per aumentare la disponibilità di alloggi pubblici e riqualificare questo stesso stabile. Il nostro obiettivo, adesso, è ottenere la riapertura della vertenza”. Gli abitanti di via Caltagirone, supportati dai movimenti di lotta per la casa hanno aspettato l’arrivo dell’ufficiale giudiziario alle 10 e 30 che gli ha notificato l’avviso di sfratto.
“Non ci siamo fidati e abbiamo fatto bene, altrimenti oggi stavamo per strada, con le nostre cose e i nostri figli. Si, abbiamo lo sfratto, il nostro contratto è scaduto. L’effetto attuale della delibera di Marino e che noi ricadiamo nella illegalità. Non abbiamo avuto alcuna proposta ragionevole. Invece crediamo che lo stabile di via Caltagirone possa essere utilizzato per l’assistenza abitativa e le esigenze del quartiere. Del resto qui sono ospitati numerosi nuclei sfrattati di S.Giovanni.
Il prossimo accesso è previsto per il 21 gennaio”.
Il servizio di Luisa Deiola
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