“Roma ripudia l’odio razziale e ogni forma di violenza”. A settanta anni dal rastrellamento del ghetto, il 16 ottobre viene eletta giornata simbolo del rifiuto di qualsiasi forma di violenza.
(MeridianaNotizie) Roma, 17 ottobre 2013 – Settanta anni fa Roma subì dal nazismo una violenza senza precedenti. Il rastrellamento del ghetto di Roma, avvenuto il 16 ottobre 1943, rappresenta una delle pagine più nere della storia italiana. 1024 persone furono strappate dalle proprie case, tra cui oltre 200 bambini. Tornarono solo in 16. Roma Capitale per la prima volta si è riunita in seduta straordinaria per ricordare quella giornata. Il 16 ottobre diventa così la giornata simbolo del rifiuto di qualsiasi forma di violenza a perenne monito contro ogni manifestazione di intolleranza ideologica, razziale e religiosa, come si legge nello statuto di Roma Capitale.
In Aula Giulio Cesare anche Italo Pergola, figlio di Bixio e nipote di Aldo Pergola, due dipendenti comunali uccisi ad Auschwitz. “Il 16 ottobre 1943”, ha detto il presidente dell’Assemblea Mirko Coratti, “Roma subì dalla barbarie nazista una violenza senza precedenti che sconvolse l’intera comunità cittadina. La città, medaglia d’oro della Resistenza, ripudia per sempre l’odio razziale e con la celebrazione odierna fa del 16 ottobre la giornata contro ogni forma di violenza e qualsiasi tipo di intolleranza”. Soddisfatto di questo risultato, il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici. Secondo il capogruppo Pdl, Sveva Belviso, “è giusto ricordare una tale tragedia in un luogo così solenne come il Campidoglio”. “Roma è una città di pace, accoglienza e integrazione e ripudia ogni forma di violenza” afferma il capogruppo della lista Marchini, Alessandro Onorato, esprimendo poi la sua opinione sulle polemiche relative ai funerali di Priebke.
Il servizio di Simona Berterame
Altre videonews in Cultura
L’Erasmus diventa +, aumentano le opportunità di lavoro all’estero
Viagra-gum, arriva sul mercato la compressa masticabile
VIDEO > Turismo in crescita a Roma. Leonori: “Puntare sui paesi emergenti”