Le violenze e le perversioni nell’harem di Gheddafi nel libro di Annick Cojean. Vittime donne e uomini, anche droga e alcool.
(MeridianaNotizie) Roma, 25 ottobre 2013 – Un libro, scritto dalla giornalista francese Annick Cojean, di Le Monde, “Le prede. Nell’harem di Gheddafi“, rivela alcuni segreti della vita dell’ex rais Gheddafi.
Sceglieva le ragazze destinate al suo harem, con una carezza o con un bacio sulla mano. Iniziava così la schiavitù per molte ragazze libiche, invitate prima a conferenze pubbliche, per poi trovarsi serve del dittatore, che le sfruttava per soddisfare le peggiori perversioni.
Il racconto nasce dalle rivelazioni della giovane Soraya, che all’età di 15 anni incontrò Gheddafi, in visita nella sua scuola a Tripoli. Incaricata di consegnargli i fiori, essendo molto graziosa, è stata notata dal dittatore, che le prese la mano, poggiandoci le sue labbra. Dopo alcuni giorni i soldati si recarono presso la sua abitazione per strapparla dalle braccia della madre. Da quel momento per sette lunghi anni Soraya subì le peggiori torture. Appena presa dai militari, venne portata in una tenda nel deserto e violentata, rasata e picchiata.
Nell’harem di Gheddafi, gli abusi non erano solo ai danni di donne, ma anche di uomini. Si abusava pure di droga e alcool. Le famose “amazzoni” che mostrava al mondo come simbolo di emancipazione femminile, erano solo alcune delle sue vittime. Tutte le pratiche spesso si svolgevano sotto l’effetto di droghe e di alcool.
I racconti di Cojean gettano ancora più nelle tenebre la figura dell’ex rais, e risulta ormai chiaro che le sue vittime sono state colpite, oltre che dalla violenza e dal disonore, anche dal silenzio attorno a loro dopo la fine del regime.
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