Prima la fabbrica ci prova invitandola ad accettare la messa in mobilità volontaria, poi le offre un incentivo all’uscita e, infine, viene sospesa con tre giorni di ferie.
(MeridianaNotizie) Roma, 24 ottobre 2013 – Vicenda che vi farà schizzare in piedi sulla sedia, correre al supermercato e ficcare il naso nel più grande barattolo di nutella che trovate. Il quotidiano “la tribuna di Treviso” racconta la vicenda di una lavoratrice cacciata per le sue dimensioni giudicate eccessive. Questo caso, avvenuto in un’azienda di Vittorio Veneto, fa indignare tutta la cittadina e non solo. Discriminazione è la parola chiave. L’operaia, lasciata a casa settimana scorsa, grazie all’intervento del medico e del sindacato, è rientrata al suo lavoro in fabbrica.
Troppo grassa per lavorare – la vicenda : Incomincia tutto il 17 ottobre quando, il medico del lavoro dell’azienda, stabilisce l’inidoneità al lavoro dell’operaia. Tra le giustificazioni c’era specificato che il suo peso eccessivo non le avrebbe permesso di svolgere il compito per cui era stata assunta. Bollata come “cicciona” e quindi non adatta al lavoro.
Troppo grassa per lavorare – la lotta per tornare : Giustamente la donna non ci sta e lotta per il suo posto e i suoi diritti. Prima la fabbrica ci prova invitandola ad accettare la messa in mobilità volontaria, poi le offre un incentivo all’uscita e, infine, viene sospesa con tre giorni di ferie. La single ultraquarantenne decide di verificare la legittimità di quanto le stava accadendo: si rivolge alla Cgil e a uno dei medici dello Spisal. Quest’ultimo annulla il certificato redatto dall’azienda e viene intimata la reintegrazione.
Una rivincita finalmente per chi è felicemente in sovrappeso, e ama la rotondità e le forme come non mai
Cristina Pantaleoni
Altre videonews di Cronaca
VIDEO > No ai manifesti sulle facciate del Campidoglio, via Marò e Tymoshenko
All’alt oppone resistenza e stacca a morsi un dito al vigile. Fermato automobilista romano
Blitz Fdi al Villaggio Olimpico: riposizionata la targa a Jan Palach