Presa a calci e gomitate Ivana Spagna si è difesa con i morsi. La cantante ancora sotto shock mostra i lividi e racconta a Domenica Live l’aggressione di cui è stata vittima a Milano, quando due malviventi l’hanno rapinata dell’orologio. “Non ho ricevuto nessun tipo di soccorso dai passanti”, denuncia.
(MeridianaNotizie) Roma, 11 novembre 2013 – Ora “vado avanti a pasticche e continuo a raddoppiare la dose, come chiudo gli occhi, vedo questa montagna che mi vede addosso. Ho la sensazione di essere sola, ho grande fiducia nelle forze dell’ordine ma poi questi delinquenti dopo due giorni escono”. Ivana Spagna racconta a “Domenica Live” l’aggressione subita recentemente: “Mi sono trovata nella zona che costeggia la Fiera – ha raccontato a Barbara D’Urso – c’era un semaforo rosso, mi sono fermata e ho sentito una botta contro la macchina. Un uomo si copriva il viso dicendo “Scusi, non l’avevo vista”: io mi sono preoccupata per lui perché mi diceva che si era fatto male. Ho accostato e ho pensato a lui come una cretina“.
Ivana è caduta nella trappola (“Ho aperto la portiera e un’altra persona si è fiondata dentro la macchina. Mi ha preso l’orologio ma faceva fatica a tirarlo a causa del cinturino. Io mi difendevo con i calci ma lui ha risposto con pugni e gomitate. Mi teneva per il collo e io gli ho anche dato un morso. E’ stata una lotta. Ho urlato: “Aiutatemi!”. E’ durata un bel po’.”), ma nessuno l’ha aiutata: “La gente ha paura. Li capisco. Io ho sempre dato una mano. D’ora in poi se qualcuno mi batter sul vetro io non mi fermo, chiamerò i Carabinieri”.
Ivana ha ancora i segni dell’aggressione, anche se adesso sta meglio: “Resta la paura. E’ stata una sensazione brutta. Il 4 novembre ero stata con il manager a trovare i miei al cimitero. Torno a casa, mi sono trovata nella zona che costeggia la Fiera, c’era un semaforo rosso, mi sono fermata e ho sentito un botto contro la macchina e ho visto un signore che si copriva il viso e mi diceva: “Scusi, non l’avevo vista”. Io mi sono preoccupata per lui perché mi diceva che si era fatto male. Ho accostato e ho pensato a lui come una cretina. Ho aperto la portiera e un’altra persona si è fiondata dentro la macchina. Mi ha preso l’orologio ma faceva fatica a tirarlo a causa del cinturino. Io mi difendevo con i calci ma lui ha risposto con pugni e gomitate. Mi teneva per il collo e io gli ho anche dato un morso. E’ stata una lotta. Ho urlato: ‘Aiutatemi!’. E’ durata un bel po’…”.
Ma non è stata soccorsa: “La gente non soccorre perché ha paura. Io li capisco. Io ho sempre aiutato la gente, gli animali. Ho sempre dato una mano. Da ora in poi, se io vedrò una persona che mi batte sul vetro, io stavolta non mi fermo, chiamerò i Carabinieri e avvertirò”.
La Redazione
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