Anche quest’anno in tutto il mondo parte Movember, il mese in cui ci si fanno crescere i baffi e si testimonia giorno per giorno con foto la crescita
(MeridianaNotizie) Roma, 4 novembre 2013 – Da qualche anno per migliaia di uomini in tutto il mondo il mese di novembre si trasforma in «movembre»: con quella «m» davanti, si vogliono ricordare i moustache, i baffi o mustacchi, e insieme sensibilizzare sui temi del cancro alla prostata, cancro ai testicoli, e sull’igiene mentale di chi sta affrontando un percorso legato a queste malattie. Un approccio frivolo – per un mese si curano i propri baffi condividendone sui social network crescita e spuntatine con gli amici, si organizzano feste ed eventi – per un impegno molto più serio: dare fondi alla ricerca in tutto il mondo, promuovere campagne di sensibilizzazione o, più semplicemente, iniziare a parlarne.
Dal 2003 grazie al lavoro della Fondazione internazionale Movember sono stati raccolti quasi 110 milioni di euro, dall’Australia (Paese dove il movimento è nato) alla Gran Bretagna (la nazione con più partecipanti), passando per l’Oriente e ovviamente l’Italia: solo lo scorso anno i baffuti sono stati globalmente 1,1 milioni, con testimonial famosi nel mondo dello spettacolo e dello sport. I fondi sono serviti a sovvenzionare ogni anno progetti di ricerca diversi, scelti all’interno di un piano di azione globale valutato da specialisti del settore, ma anche a far nascere una piattaforma utile a ricercatori e medici per condividere esperienze e risultati, oltre all’intenso lavoro di consapevolezza ed educazione sul cancro alla prostata,ai testicoli e sulla sua prevenzione.
Il lavoro, appunto, inizia proprio dalla partecipazione a Movember. Come si partecipa? È necessario rasarsi perfettamente, scattarsi una foto e iscriversi nel sito italiano, creando così il proprio profilo. E poi, giorno per giorno, da qui a fine mese, prendersi cura del proprio baffo crescente da un lato, e dall’altro parlarne con conoscenti, amici, colleghi, chiedendo loro di dare un piccolo contributo attraverso la piattaforma online. Anche l’aiuto femminile è prezioso: se i partecipanti – chiamati Mo brothers – ci mettono la faccia, per le «Mo sisters» il contributo è tutto basato sul passaparola e sul trovare insieme modi per raccogliere fondi proficuamente. A fine mese la raccolta si conclude e i fondi ricevuti vengono versati nelle casse della Fondazione, per sovvenzionare nuove campagne. Grazie al passaparola e alla sensibilizzazione, il 20 per cento dei partecipanti dello scorso anno ha deciso di consultare un medico, e il 70 per cento ha parlato di salute maschile, tema tabù e poco trattato anche dai grandi media.
Il servizio di Mariacristna Massaro
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