Il presidente era in visita ufficiale nel Texas per un viaggio programmato dal vicepresidente e consigliere Lyndon Johnson allo scopo di sanare alcune controversie nel Partito democratico, che lo accusavano di non porre particolare attenzione agli interessi della parte occidentale degli Stati Uniti.
(MeridianaNotizie) Roma, 22 novembre 2013 – Uno sparo tra la folla in delirio, basta un secondo per capire dove era diretto. Una donna in lacrime abbraccia il suo uomo. Non c’è niente da fare. Quella Lincoln Continental del 1961 aveva a bordo il 35esimo presidente degli Stati Uniti e la first lady. John Fitzgerald Kennedy muore colpito dall’ex militare Lee Harvey Oswald, alle 12:30 del 22 novembre 1963.
Il 22 novembre Kennedy e la moglie Jacqueline atterrarono con l’ Air Force One all’aeroporto Love Field di Dallas, salirono sulla limousine presidenziale sedendo nella parte posteriore, mentre sui sedili centrali sedettero John Connally, governatore del Texas, e sua moglie, per poi dirigersi verso il centro della città; la limousine rallentò in prossimità della curva tra la Houston Street e la Elm Street e, mentre il Presidente ed il Governatore salutavano la folla, diversi colpi di fucile furono esplosi in direzione della vettura ed uno di essi colpì J.F.K. alla testa, causando un’ampia ferita, rivelatasi poi mortale. La maggior parte dei testimoni riferirà di avere udito tre spari.
Immediatamente la limousine si diresse verso il Parkland Memorial Hospital, dove i dottori Carrico e Perry, dopo disperati tentativi tra cui una tracheotomia ed alcune iniezioni , non poterono fare altro che constatare la morte del Presidente degli Stati Uniti d’America.
Il colpevole subito fu catturato per l’assassinio di un poliziotto e in seguito imputato anche dell’assassinio del presidente Kennedy ma lui non confessò mai e sostenne di essere un capro espiatorio. Oswald fu interrogato dalla polizia per circa 18 ore. Oswald non arrivò mai a un regolare processo perché venne ucciso a sua volta due giorni dopo l’arresto dal gestore di unnight club Jack Ruby .
Candidato del Partito DEmocratico, vinse le elezioni presidenziale del 1960 e succedette a Eisenhower. Kennedy prestò giuramento come 35º presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio 1961 a Washington D.C. Nel suo discorso inaugurale, in cui parlò del bisogno di tutti gli americani di essere cittadini attivi, disse: « Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese ». In uno dei famosi discorsi della Nuova Frontiera, chiese alle nazioni del mondo di unirsi nella lotta contro ciò che chiamò “i comuni nemici dell’umanità… la tirannia, la povertà, le malattie e la guerr.
Di origine irlandese, nel corso della sua breve presidenza ha assistito da protagonista ad eventi come lo sbarco nella Baia dei porci, la crisi dei missili di Cuba, la costruzione del Muro di Berlino, la conquista dello spazio, gli antefatti della guerra del Vietna e l’affermarsi del movimento di Martin Luther King, dal quale rimase più che affascinato.
Ma non fu solo John, tutti i Kennedy portarono una ventata di vita nuova nell’atmosfera della Casa Bianca. Convinti che fosse un luogo dove celebrare la storia, la cultura e le conquiste americane, vi invitarono regolarmente artisti, scrittori, scienziati, poeti, musicisti, attori, atleti e vincitori di premi Nobel . Jacqueline Kennedy inoltre riadattò quasi tutte le stanze con nuovi arredi e pezzi d’arte. La sede di Washington sembrò anche un luogo più gioioso per via della presenza dei due figli piccoli della coppia, Caroline e John Jr.. Nel prato antistante misero infatti una nursery, una piscina ed una casetta per bambini su un albero.
Kennedy era l’uomo che ha fatto credere e vivere una nazione intera nel sogno americano e a 50 anni esatti dalla sua scomparsa prematura il mondo intero lo ricorda ancora come un simbolo più che un politico.
Servizio di Cristina Pantaleoni
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